I dati raccontano la sterilità offensiva del Manchester City in termini di reti e di pericolosità. Il possibile arrivo di Messi potrebbe risolvere il problema
Leo Messi al Manchester City. Leo Messi di nuovo insieme a Pep Guardiola. La potenza dell’operazione che potrebbe cambiare presente e futuro del calcio europeo, un trasferimento epocale che la stampa britannica considera sempre più probabile, si spiega con il desiderio della Pulga di lasciare Barcellona. Ha dietro il timore dei blaugrana di perdere un tesoro come l’argentino a parametro zero, e il desiderio reciproco di ritrovare Guardiola, che ha rinnovato il contratto. Avrebbe un enorme significato fuori dal campo, e un impatto non ancora definibile sul mercato e sulle quotazioni dei prossimi anni dei calciatori. Ma rappresenterebbe anche la soluzione a un problema tattico del Manchester City attuale.
I numeri, che Daniel Edwards ha raccolto per Stats Perform, nuovo nome dell’agenzia di statistiche calcistiche nota come Opta, non mentono. L’attacco del Manchester City è in crisi come mai prima. La squadra di Guardiola ha segnato 303 reti in Premier League negli ultimi tre campionati. Ma nelle ultime cinque giornate, ha realizzato appena un gol a partita. In totale, i Citizens hanno realizzato appena 10 gol nelle prime sette partite in Premier, rispetto ai 27 all’attivo allo stesso punto della scorsa stagione.
Non è solo un problema di precisione sotto porta, però. Anche gli expected goals (xG), l’indicatore che misura la pericolosità offensiva attraverso una stima della percentuale con cui ogni tiro potrebbe trasformarsi in una rete realizzata, sono dimezzati rispetto all’anno scorso. Il City tira sempre meno e peggio.
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Aumentano le conclusioni da fuori area, che rappresentano il 44% del totale stagionale secondo i dati, e questo abbassa la quota di expected goals per ciascuna conclusione a 0,08. In Premier League, solo Manchester United, Fulham e West Bromwich fanno peggio.
Le assenze di Sergio Agüero e Gabriel Jesus, tra i giocatori più efficaci in termini di pericolosità offensiva nelle ultime stagioni, hanno un ruolo. Ma è tutta la costruzione di gioco, scrive Edwards, che risulta meno penetrante. Le fasi di possesso prolungato, con serie di passaggi superiori ai 20 tocchi, avvengono in zone più lontane dalla porta avversaria. Solo in 3,6 occasioni a partita, rispetto alle 6,6 dell’anno scorso, un’azione di questo tipo ha portato a una conclusione.
In questo scenario, i cinque gol subiti contro il Leicester sono diventati un pesante campanello d’allarme. Per la prima volta in 686 partite da allenatore, Guardiola ha visto una sua squadra incassare tante reti in una partita. La società è corsa ai ripari con l’acquisto di Rúben Dias che ha reso la difesa molto più sicura. Potrebbe fare lo stesso per ridare slancio all’attacco, con il colpo del secolo.
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