Antonio Conte si racconta in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, affrontando molteplici argomenti passando dal mercato ai risultati sul campo.
E’ un Antonio Conte molto carico e sereno quello che si confida davanti ai microfoni della “Gazzetta dello Sport”, dopo una complicata partenza di stagione. La squadra sta faticando a carburare, non vince da molte partite ma il suo allenatore non perde di vista il suo obiettivo: “Sono un martello, questa è la mia filosofia di lavoro per crescere. Chiedo il giusto rispetto sulla mia professionalità e dedizione al lavoro. Vivo l’Inter 24 ore al giorno per riportare la società tra i top club, dove la storia mi insegna ma niente paragoni con i tempi di Herrera e Mourinho. Noi siamo partiti da molto più indietro”.
Da anni ormai i nerazzurri cercano il salto di qualità, ma la missione presenta molti ostacoli: “La vittoria finale non è mai scontata, dietro c’è un lungo percorso fatto di sacrificio, passione, fatica e cura dei particolari. Di una cosa sarà certo: quando andrò via dall’Inter, spero il più tardi possibile, la squadra sarà migliore di quello che ho trovato sotto tutti i punti di vista. E’ sempre successo così in ogni realtà dove sono andato”.
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Conte a tutto campo: “La vittoria non è scontata, Vidal non si discute”
In questi difficili mesi alcuni tifosi e parte della stampa hanno iniziato a criticare l’operato di Antonio Conte, individuato come il maggiore colpevole degli scarsi risultati a fronte di un grande mercato: “Molti parlano della vittoria come se fosse facile raggiungere. Io invece punto sulla mentalità vincente, ovvero della preparazione al successo per costruire una società vincente nel tempo non solo un anno. Però bisogna essere chiari e non prenderci in giro: non basta un acquisto o le capacità di un tecnico, perché dieci anni senza titoli all’Inter non sono casuali”.
Nel corso della sua intervista, l’allenatore nerazzurro si è soffermato anche su qualche singolo giocatore, in particolare su Eriksen e Vidal: “Tutte le mie scelte sono sempre e solo fatte per il bene della squadra, non per accontentare il calciatore. Arturo è un grande giocatore, è ancora un po’ indietro di condizione, ma sa stare in campo e non si discute”.
Poi si passa al tanto discusso mercato, forse uno dei motivi che l’estate scorsa ha fatto pensare Conte all’addio: “Gli allenatori non sono mai contenti, non ne conosco uno che vorrebbe di più. E’ stata una sessione difficile per tutti, ma la società era stata chiara: si compra con quello che si incassa”.
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