Sandro Tonali non ingrana al Milan. Impalpabile contro il Lille, è ancora involuto rispetto al rendimento con il Brescia.
Sandro Tonali fallisce alla prima grande occasione in Europa League. Dopo averlo schierato contro Crotone e Spezia in campionato, e nelle prime sfide continentali nell’ambito di un turnover piuttosto spinto, Pioli gli ha dato fiducia anche contro il Lille. Ma il primo big match europeo del Milan, contro un avversario ancora imbattuto in campionato, si è concluso con una sconfitta senza appello. Un crollo complessivo, di squadra, in cui Tonali è coinvolto come il resto della squadra.
Di fronte a Renato Sanches, si è limitato a un compitino nemmeno troppo diligente, appena 24 passaggi completati in un’ora di partita. Le attenuanti per un giocatore alla prima stagione in una grande squadra ci sono tutti, a maggior ragione se la stagione è la seconda durante la pandemia. I tempi della preparazione di fatto sono stati azzerati, e in una squadra capace di un gran finale di stagione l’aggiunta di un pezzo nuovo rischia di rompere il giocattolo.
Tante le questioni, le domande prevedibilmente irrisolte dopo un paio di mesi di stagione. C’è sicuramente un aspetto fisico, c’è il tema delle aspettative. Perché, anche se ha cercato più volte di distanziarsi da questa immagine, è arrivato al Milan con l’etichetta cucita addosso di erede di Pirlo. Pur giocando in una posizione diversa e con caratteristiche non assimilabili all’attuale allenatore della Juventus.
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E se ti presenti nella tua squadra del cuore con questa etichetta, dopo un investimento cospicuo, la pressione diventa ineludibile parte del gioco. Finora, Tonali ha tentato in media 54 passaggi a partita, ma ha tirato appena tre volte in porta. Ha recuperato otto palloni ogni novanta minuti e altrettanti ne ha persi, più di un quarto dei quali nella propria metà campo.
Ha vinto, sempre secondo i dati Wyscout, meno del 40% dei duelli a palla contesa (2,72 tentati ogni novanta minuti). Ha offerto in media 0,76 passaggi per il tiro, la metà rispetto al suo rendimento dell’anno scorso a Brescia, e toccato 0,3 palloni in area di rigore.
Il talento c’è, l’allenatore è di quelli capaci di valorizzare i giovani e farli rendere al meglio. La motivazione non manca, ma al Milan il tempo può diventare un privilegio. Le occasioni ci saranno, se saprà sfruttarle cambierà la sua storia in rossonero.
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