Diritti tv. Si è concluso il procedimento in Svizzera che vedeva imputati di corruzione privata il presidente del PSG e l’ex segretario generale della FIFA. La sentenza dei giudici
Assolto Al Khelaifi, condannato l’ex segretario generale della FIFA Jerome Valcke. Questa la sentenza del tribunale svizzero che ha sollevato dalle accuse di corruzione il proprietario del PSG e patron di beIN Sports.
Al termine dell’udienza a settembre, l‘accusa aveva chiesto 28 mesi di reclusione per Al-Khelaifi e tre anni per Valcke, entrambi accusati di corruzione privata. Secondo l’accusa, Valcke aveva utilizzato una villa in Costa Smeralda acquistata da una società riconducibile ad Al Khelaifi nel 2013. In cambio aveva sostenuto beIN Sports che nel 2014 ha stipulato un contratto con la FIFA per acquisire i diritti tv dei Mondiali 2026 e 2030 in Nord Africa e Medio Oriente.
Pagare tangenti, hanno spiegato, non avrebbe avuto senso. Il colosso tv qatariota, infatti, non aveva concorrenti e ha sborsato una cifra molto alta, 480 milioni di dollari per due Mondiali, il 60% in più rispetto al valore degli stessi diritti, nella stessa area, per le edizioni 2018 e 2022.
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“Dopo una campagna contro di me durata quattro anni che ha ignorato la legge e i fatti, i giudici hanno finalmente e completamente riabilitato il mio nome” ha dichiarato Al-Khelaifi che ha definito il verdetto “un totale riscatto”.
La sentenza, ha aggiunto il presidente del PSG come riporta Inside the Games, “mi fa tornare la fiducia nella legge e nei principi del giusto processo dopo quattro anni di accuse infondate e costanti attacchi alla mia reputazione“.
L’ex n.2 della Fifa Jerome Valcke ha subito invece una condanna a 120 giorni di reclusione, sospesa con la condizionale. Nell’ambito dello stesso procedimento, lo scorso luglio, il tribunale svizzero aveva accusato il presidente della FIFA Gianni Infantino e l’ex procuratore generale Michael Lauber di intralcio alla giustizia.
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