In Brasile il traffico internazionale di droga è un problema estremamente serio ed è sempre più connesso con il calcio. L’ultima frontiera del narcotraffico riguarderebbe l’organizzazione di partite amichevoli nelle quali investire i proventi della droga, riciclare denaro e creare nuovi business
Il calcio e la droga in Brasile sono due aspetti purtroppo legati a doppio filo. Molti narcotrafficanti sarebbero legati alla gestione di società che operano nel settore dell’organizzazione e del management sportivo. Sono moltissimi gli ex calciatori che hanno problemi di dipendenza e che sono in qualche modo sfruttati dai narcotrafficanti come paravento.
Non è un mistero che dietro alcuni viaggi internazionali in jet privato di calciatori, coinvolti in operazioni di marketing o nella realizzazione di eventi internazionali, ci sarebbe stato il tentativo di spostare droga, armi e denaro agilmente, evitando i rischi della dogana e dell’antridroga che in Brasile e Colombia soffrono per altro di enormi falle e problemi. Ne ha scritto in modo molto approfondito in queste ultime ore anche il sito Insight Crime, che si occupa di grandi casi e inchieste sulla criminalità organizzata internazionale.
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Ora, protetti dalla passione dei brasiliani per il calcio, i narcotrafficanti di Rio de Janeiro hanno creato un nuovo business: organizzano partite di calcio in tutte le principali città dove vantano molti interessi. E monetizzano.
Il 4 ottobre scorso a Rio de Janeiro, nella municipalità di São Gonçalo, si è tenuto il ‘clasico dos milhões’ (il classico dei milioni, lo stesso nome che identificava le partite amichevoli tra i principali club di Rio come Flamengo e Vasco da Gama). Una partita amichevole con un premio a vincere di circa 10mila dollari. Un caso che ha sollecitato l’attenzione della magistratura. E si è scoperto che alcuni trafficanti di droga organizzano partite amichevoli che coinvolgono anche diversi calciatori. Lo scopo è promuovere il consumo locale di cocaina e crack.
Terminate le partite di calcio si tengono lunghe feste: droga, donne e alcol. E si spaccia alla grande. Ma le partite servono anche a riciclare denaro frutto del narcotraffico.
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L’episodio non è una novità e il business a quanto pare si sta allargando in modo drammatico. Dal Brasile la moda si è diffusa anche in Argentina con un campionato tra le tifoserie, le cosiddette ‘barra bravas’ e le indagini sono arrivate fino a André de Oliveira Macedo. Per far capire di chi stiamo parlando Macedo è il leader del PCC, il Primeiro Comando da Capital una delle organizzazioni criminali più pericolose del Brasile. Arrestato nel 2019 dopo l’identificazione di un massiccio traffico di cocaina destinato all’Europa Macedo, (soprannominato André do Rap ) che finge una carriera artistica da rapper e un business nel settore del management sportivo, come consulente di club e calciatori, è finito in galera con tutti i suoi beni confiscati: ville auto e yacht per quasi 10 milioni di dollari.
Ma i suoi affari vanno avanti: con il placet di alcuni politici e il silenzio assenso di diversi club.
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Nel 2017 l’ex governatore di Rio, Sergio Cabral, uno dei politici più influenti del paese, era stato condannato a 14 anni di carcere per aver ricevuto tangenti per consegnare contratti di costruzione, tra i quali la ristrutturazione del vecchio Maracaná, rilanciato in occasione del mondiale brasiliano.
L’operazione di São Gonçalo sembra solo avere svelato la punta dell’iceberg di un traffico che porta decine di migliaia di dosi di droga, soprattutto crack, direttamente nei quartieri, tra sportivi e tifosi, dietro l’innocuo paravento di una partita esibizione.
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