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Fuorigioco

Pelé e la rovesciata di Fuga per la Vittoria: verità e leggende

Pelé ha festeggiato 80 anni e tutto il mondo lo ha onorato ricordando le sue gesta più straordinarie ed epocali.

Ma la sua impresa mediaticamente più clamorosa fu quella ricreata al cinema in “Fuga per la Vittoria”, il capolavoro di John Huston.

Pelé, il caporale Luis Fernandez

Il film racconta la storia, molto romanzata ma ispirata a una partita di calcio realmente accaduta, di un gruppo di prigionieri alleati che giocano una sfida “amichevole” contro la nazionale militare tedesca allo stadio parigino Colombes. Non saremo accusati di spoiler se raccontiamo uno dei finali più entusiasmanti della storia del cinema: gol in rovesciata di Pelé per il definitivo 4-4 in rimonta, Sylvester Stallone che para un rigore e il pubblico che invade il campo facendo scappare la squadra alleata.

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Cast eccezionale

Lo spunto narrativo era nato da una partita tra prigionieri alleati e una squadra di calciatori tedeschi, tutti ufficiali della Luftwaffe. La partita era stata ribattezzata “la sfida della morte” e si tenne a Kiev nel 1942. Le circostanze in cui viene ricostruita la trama narrativa di “Fuga per la vittoria” (titolo originale “Victory”) è completamente diversa. In un cast stellare che comprende anche Michael Caine e Max Von Sydow oltre a Stallone, ci sono tanti calciatori professionisti: Pelé, il leggendario Bobby Moore, l’argentino Ardiles e ancora Van Himst, Deyna, Thoresen, Prins, Wark.

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La stella di Pelé

Quando il film esce, nel 1981, Pelé è ormai un ex calciatore: dopo tre stagioni nel Cosmos di New York ha lasciato il calcio da quattro anni. É ricco, è uno dei testimonial più contesi del mondo. Una sua partecipazione a uno show televisivo negli Stati Uniti vale fino a mezzo milione di dollari. Fa pubblicità a banche, automobili e cioccolato. Quando gli arriva il copione del film legge solo le quarantadue pagine che riguardano la partita di calcio e osserva una dopo l’altra le tavole disegnate con le inquadrature che lo riguardano elaborate dagli sceneggiatori. E ne rimane entusiasta. Chiede di poterne tenere alcune da appendere in casa.

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Stallone che si fa male

Stallone si prepara per il ruolo di Hatch, la mente della fuga, il portiere improvvisato che diventerà protagonista del match, allenandosi niente meno che con Gordon Banks riuscendo a farsi male in qualsiasi modo immaginabile. Si tuffa e si sloga una spalla, para un tiro di Pelé che doveva servire a un servizio fotografico promozionale e si rompe un dito. Si lancia in presa e si stampa sul palo tagliandosi il sopracciglio.

Pelé dal canto suo arriva sul set della scena più attesa, quella della mitica sfida dello stadio Colombes, senza nemmeno sapere di preciso che cosa deve fare. Il set è stato allestito a Budapest, nello stadio Hidegkuti dell’MTK, un impianto piccolo con tribune antiche e senza impianto di illuminazione.

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La rovesciata di Pelé

John Huston prima delle riprese finali incontra a lungo Pelé. Pranza con lui e con Michael Cain e tranquillizza O’Rey: “Abbiamo chilometri e chilometri di pellicola, potrai fare tutti i tentativi che vuoi…” gli dice il regista.

“Tranquillo, a me ne bastano solo un paio di metri. Mi serve il pallone giusto e al primo tentativo la metto esattamente dove vuoi che vada” è la risposta di Pelé, un po’ sbruffone e sicuro di sé. Ma alla fine aveva ragione lui.

Huston gli chiede di metterla nell’angolo basso alla sinistra del portiere: Pelé esegue.

I testimoni che hanno assistito alla scena hanno raccontato che per allestire le macchine da presa (otto in tutto per cercare le migliori angolazioni possibili) la squadra e il regista impiegano quasi tre ore: la scena dura nove secondi. Pelé, esattamente come nella sceneggiatura del film, chiede a Bobby Moore di appoggiargli il pallone. L’inglese si offre di alzargliela con le mani e Pelé gli risponde… “perché, giochi con le mani tu?”

Moore scodella il pallone perfetto a mezza altezza, Pelé si incarca e realizza la rovesciata più bella e famosa nella storia del calcio.

Buona la prima.

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“Fuga per la vittoria” è considerato uno dei film sportivi più belli nella storia del cinema. L’Academy lo mette al 21esimo posto. Ma a tutt’oggi è il più replicato. Quando quella leggendaria rovesciata entra in rete, milioni di spettatori di ogni parte del mondo, dimenticandosi di essere al cinema o nel salotto di casa, si alzano in piedi con i pugni chiusi e urlano… “gooool”.

 

Stefano Benzi

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