“Non ho mai pensato di dimettermi” ha detto Bartomeu, presidente del Barcellona, dopo il direttivo. Il voto di sfiducia resta fissato per il primo e due novembre.
Josep Maria Bartomeu per ora resta presidente del Barcellona. “Non ho mai pensato a dimettermi” ha detto in conferenza stampa dopo il direttivo in cui si è discusso del voto di sfiducia che si svolgerà il primo e due novembre. “Il progetto è molto interessante con giovani di talento e veterani come Messi. Capisco la posizione di tutti, per quanto riguarda Messi è positivo arrabbiarsi perché non si accettano le sconfitte. Ma nel suo contratto c’era una scadenza per annunciare la volontà di andarsene e non l’ha fatto. Vogliamo tutti che finisca la carriera al Barcellona” ha spiegato.
Il club aveva anche chiesto alla Generalitat, il governo catalano, di sospendere la votazione sulla mozione per questioni sanitarie, prevista per il primo e il due novembre. “Abbiamo chiesto lo spostamento al 15-16 novembre, ma hanno rifiutato la proposta. Allo stesso tempo, il presidente della Spagna ha dichiarato lo stato di emergenza e imposto un coprifuoco” ha spiegato
La dirigenza del Barcellona, ha detto Bartomeu in conferenza stampa dopo il direttivo, “è perplessa da alcune decisione della Generalitat che riteniamo contradditorie. Abbiamo deciso che avremmo aspettato la decisione finale. La Generalitat ci ha detto che ci avrebbe dato copertura legale per rinviare la votazione” ha detto.
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Barcellona, la votazione contro Bartomeu
A due giorni dalla sfida di Champions League contro la Juventus, Bartomeu dunque non lascia. Jordi Farré, responsabile del movimento ‘Més que una Moció’ (‘Più di un movimento’) e promotore della mozione di sfiducia, ha annunciato azioni legali contro il Cda. Ora il voto è in attesa delle disposizioni della protezione civile, che sovrintende in materia di sicurezza. Infatti il Barcellona aveva richiesto il rinvio anche per consentire il voto decentralizzato, da remoto, ha spiegato Bartomeu. “Hanno rifiutato il rinvio, che avevamo chiesto anche per mettere a punto la logistica. Adesso si voterà in una sola sede, il Camp Nou”.
Il club, ha spiegato nel suo discorso davanti ai giornalisti, ha ridotto le perdite a 97 milioni ma non è ancora abbastanza. “I giocatori non hanno accettato la riduzione dei salari, è partito allora un tavolo negoziale che terminerà il prossimo cinque novembre. Continuiamo a lavorare per generare utili, il Barcellona non può dipendere dai diritti televisivi”.
Las sfida contro la Juventus diventa a questo punto un fondamentale passaggio di tempo per il futuro dei blaugrana.
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