Alessandro Florenzi sta raccogliendo prestazioni incoraggianti fra le fila del PSG, a Roma c’è già chi lo rimpiange e Fonseca, se potesse, lo rivorrebbe indietro. Ormai, però, è troppo tardi. Forse.
“From Paris with love”, l’epopea professionale di Alessandro Florenzi sembra essere un film commedia, a tratti surreale: nel giro di poco tempo l’ex capitano della Roma è passato dall’essere di troppo a diventare necessario. Il centrocampista classe ’91, fra le fila dei giallorossi, cominciava a sentirsi poco compreso: le troppe pretese di una piazza difficile, il feeling mai sbocciato con Paulo Fonseca e diversi fattori ambientali – non ultimo quello della mancata continuità a livello di prestazioni nel potenziale anno degli Europei – portarono Florenzi, nel gennaio scorso, a prendere un volo per Valencia.
Niente più Olimpico, ma Mestalla, dove Alessandro si ritempra: gioca meglio, quando gliene viene data l’opportunità, poi ci si mettono la varicella e l’emergenza Covid. Inconvenienti di percorso che in estate lo riportano alla base, in quel di Trigoria, ma stavolta – consapevole dei propri mezzi – decide di partire nuovamente alla volta di Parco dei Principi: lo acquista il PSG, una squadra da Champions League (competizione che la Roma, per diverse ragioni, iniziando dalla classifica, non può giocare). Allora si sente rinfrancato, galvanizzato, il ventiquattro sulle spalle non pesa più: è tornato “Bello de nonna”. Quello che entusiasmava i tifosi – pronti a dargli questo soprannome dopo un’esultanza particolare in cui ha coinvolto l’amata parente – e gonfiava la rete.
I mugugni di Roma si trasformano in sorrisi dalle parti della Torre Eiffel, dove segna due gol in cinque partite: si trova a meraviglia con Verratti, Mbappè e Neymar. I risultati si vedono, e li vede persino Fonseca (che, però, non può più riprenderselo. Almeno fino al termine della stagione). Così il tecnico portoghese, in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Benevento, sottolinea: “Avrei voluto che Florenzi rimanesse con noi, ma lui è voluto andare al PSG. Capisco la sua scelta, ma con questo sistema poteva esserci utile, volevo tenerlo”.
Parole che somigliano a una resa: Florenzi si è preso una piccola rivincita e lo fa notare, con garbo e senza troppo clamore, su Instagram dove qualche giorno fa ha pubblicato una story in cui citava Voltaire: “Ama la verità, ma perdona l’errore”. Come dire che, prima o poi, la verità (o presunta tale) viene sempre a galla: il campo, in altre parole, è la miglior risposta alle critiche e a chi lo aveva sottovalutato (e messo da parte) troppo presto.
Il tempo è galantuomo, vedremo se saprà esserlo anche il centrocampista romano con Fonseca e, soprattutto, se ci sarà occasione per rivedere Florenzi in giallorosso. Il tecnico portoghese dice di volerlo ancora, a fine stagione potrebbe riprenderselo e magari chiarire quello che, finora, i due interlocutori si sono detti soltanto a distanza. Intanto, a far rumore, più di qualunque frecciatina, ci pensano le prestazioni. E quelle, per fortuna, non possono essere ignorate.
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