La vittoria del Cadice sul Real Madrid al Santiago Bernabeu ha acceso un po’ di attenzione su una squadra poco conosciuta, ritornata nella Liga dopo 15 anni di assenza.
La città è letteralmente impazzita al termine della partita vinta 0-1 (gol di Lozano).
Centinaia di tifosi si sono riversati prima in strada e poi all’aeroporto per aspettare la squadra di ritorno da Madrid. A bordo dell’aereo la squadra ha fatto festa per tutto il volo ricevendo i complimenti del capitano, nato a Cadice e tifoso del club: “Avete reso felice e orgoglioso me e tutta la città, vi ringrazio” ha detto il pilota al momento del ‘captain’s speaking’.
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Quello che la cronaca sintetica della partita e i tabellini non dicono è che il Cadice ha meritato questa vittoria. Con un primo tempo eccellente nel quale avrebbe anche potuto segnare ben più di un solo gol. E con una ripresa di sofferenza e attenzione, difendendosi colpo su colpo. Una superiorità netta, testimoniata anche da Sergio Ramos e Thibaut Courtois.
Il tecnico del Cadice è Alvaro Cervera, un burbero che passa per essere un difensivista e integralista, uno di quelli che marca e pressa gli avversari anche quando sono a fare l’antidoping. In serata, spiegando il suo gioco ai cronisti per i quali era diventato improvvisamente l’uomo del giorno, ha detto… “Dicono che il nostro gioco è semplicemente A-B-C. Ma da qui bisogna pur sempre cominciare: e ogni tanto fare A-B-C, se lo fai bene, può anche bastare”.
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José Mari, niente a che fare con l’ex giocatore del Milan, spiega qual è stato il piano di gioco del Cadice in cinque parole: “Il nostro allenatore ci ha detto che non dovevamo fare così tanta strada per andare a scambiare la nostra maglia con loro, e che ci sono occasioni che capitano una volta nella vita. Noi ci siamo detti… non aspettiamo che ci attacchino loro e se ci attaccano, che ci trovino pronti a fare altrettanto”.
Ed è andata esattamente così.
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Un gran bagno di umiltà per il Real Madrid fischiato dai suoi stessi tifosi che hanno tributato un’autentica ovazione al Cadice che lasciava il terreno di gioco. Il tutto registrando il 26% appena del possesso di palla e difendendosi di fronte a una grandinata di calci d’angolo, 12, e di calci di punizione. Tutti inutili a far saltare il fortino. Le palle gol nitide per il Real sono state solo due: il Cadice si è mangiato almeno cinque gol. Segnandone uno.
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A fine gara i giocatori sono letteralmente impazziti di gioia e molti tifosi del Real li hanno filmati e mandati on line con commenti di apprezzamento. Cervera si è tuffato in mezzo ai suoi giocatori… per poi chiedere scusa davanti alle telecamere: “Sono mortificato, chiedo scusa – ha detto – a fine gara non mi sono ricordato di andare a salutare Zidane e a stringergli la mano. Spero mi possa capire e perdonare”.
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Il Cadice, cinque anni fa in terza divisione, non aveva mai vinto con il Real: sette vittorie delle Merengues al Valdebebas, un solo pareggio al Santiago Bernabeu. Una volta arrivato all’aeroporto i giocatori del Cadice hanno coinvolto tutto lo scalo con il loro coro… “Me Han Dicho Que El Amarillo”.
‘Il giallo è maledetto per gli artisti’ dice la canzone: lo stesso coro è risuonato per un’ora abbondante negli spogliatoi del Bernabeu e a dispetto di pandemia e distanza sociale è riecheggiato tutta la notte nella meravigliosa città storica. C’è un altro coro reso famoso dai tifosi del Cadice: “La Lucha no se negocia”, la lotta non si negozia. Una frase pronunciata da Alvaro Cervera quando uno dei suoi giocatori lasciò il club di fronte a un’offerta di mercato.
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Un po’ come è successo in Italia per il Mourinho di “zero tituli” quella frase è diventata un mantra che ha caratterizzato tutta la vita del club e anche della città. La Lucha No Se Negocia è diventato un marchio di successo: uno slogan, migliaia di magliette vendute che riportano la scritta insieme agli occhiali di Cervera. L’acronimo del claim, LLNSN, è stampato sui calzettoni della squadra ed è scritto un po’ dappertutto in città.
Uno dei tifosi ha persino deciso di stampare la frase su un murale con queste stesse parole sulla sua casa. Carmelo Albaiceta, uno di quelli che si dipinge volto e mani di giallo a ogni partita del Cadice, ha ricevuto la visita di Cervera poco dopo la premiazione in massima divisione facendosi fotografare con l’allenatore davanti al murales. Il tecnico lo salutò dicendogli… “abbonati, la storia la dobbiamo ancora scrivere, tutti insieme”.
La prima storica vittoria a Madrid che il terzo successo stagionale e il quinto posto in classifica è un gran bel capitolo.
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