Cosa succede al calcio dilettantistico e all’attività di base dopo l’approvazione del nuovo DPCM. Le misure previste
Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri entrato in vigore a mezzanotte salva il calcio dilettantistico fino alla seconda categoria, ma non le scuole calcio. L’attività di base, spiega il decreto illustrato dal premier Conte, potrà continuare solo attraverso allenamenti da svolgere nel rispetto delle norme sul distanziamento.
Restano sospese anche le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto a carattere ludico-amatoriale. Dunque, per il calcio, i campionati di Terza Categoria e in alcuni casi di Seconda, nei territori in cui la competenza regionale di ferma alla Prima categoria.
Nel basket saltano solo i campionati giovanili provinciali. Nella pallavolo si fermano la Prima, la Seconda e la Terza divisione, organizzati dai comitati territoriali. Nel calcio a 5, il blocco parte dalla Serie D.
Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia, ha criticato questa impostazione del decreto che da un lato garantisce l’attività dilettantistica a livello nazionale e regionale, ma non fa lo stesso per quella provinciale e giovanile.
“Impedire lo sport soprattutto a bambini e ragazzi equivale a creare un forte squilibrio tra una socialità organizzata e quella disorganizzata” ha detto Sibilia, che ha fatto notare un altro aspetto da cui sembrano dipendere alcune delle decisioni assunte durante la pandemia. “Trovo grave considerare lo sport un’attività non essenziale, come anche non aver cercato un confronto con chi organizza e gestisce lo sport di base nel nostro Paese” ha detto.
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Il decreto sottolinea come siano consentiti soltanto “gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali“.
Gli atleti dovranno allenarsi a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli delle singole federazioni.
Agli eventi consentiti dalle norme sarà possibile accedere per il pubblico. In caso di eventi all’aperto, potranno assistere non più di mille persone e in ogni caso l’impianto non dovrà essere riempito per più del 15% della capienza complessiva. Al coperto, potranno entrare al massimo 200 spettatori e solo se l’impianto può garantire assegnazione preventiva del posto, distanziamento di almeno un metro, ricambio d’aria. Tutti dovranno indossare comunque le mascherine. Purché si resti nel limite del 15% della capienza massima, restano salve le ordinanze già adottate dalle regioni e dalle province autonome.
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