Mattia Perin ha commentato le positività al Coronavirus nel Genoa, non risparmiando una critica indiretta a Juventus e Inter per la possibile disparità di trattamento
E’ un Mattia Perin sollevato, ma con il dente avvelenato, quello che si appresta a tornare in campo lunedì nella partita contro il Verona. Il portiere del Genoa è stato il primo calciatore a risultare positivo al Coronavirus tra i 22 atleti e membri dello staff che hanno contratto il Covid all’interno del club rossoblu.
Fortunatamente l’estremo difensore è tornato negativo pochi giorni fa e dovrebbe prendere regolarmente parte alla sfida di campionato del prossimo 19 ottobre. In un’intervista rilasciata a Repubblica, il genoano ha commentato i primi istanti in cui è venuto a conoscenza della notizia, non risparmiando alcune critiche indirette per alcuni club più blasonati.
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“Quando mi hanno detto che sono risultato positivo ho pensato che sarebbe stata l’ennesima sfida della mia vita. Ho cercato di non abbattermi, soprattutto psicologicamente”, queste le prime dichiarazioni del 27enne, che poi ha aggiunto: “E’ una malattia subdola, puoi prenderla in taxi come in ascensore premendo un tasto. In casa mia nessuno si è contagiato. Il caos di Juventus-Napoli non è partito da noi”.
Perin ha quindi chiesto maggiore rispetto per il Genoa: “Poteva succedere a chiunque. Se ci fossimo chiamati Juventus, Inter o Real Madrid avremmo avuto una considerazione diversa da parte di tutti. La malattia non è una colpa, ma un’eventualità”.
Il portiere del genoa ha poi proseguito difendendo il mondo calcistico: “Basta con questi luoghi comuni del giocatore ricco, viziato, privilegiato e menefreghista. Ho letto troppi commenti superficiali. Noi abbiamo sempre rispettato le regole, indossando costantemente la mascherina e seguendo il distanziamento. E’ chiaro che poi in campo ci sia contatto”. Infine ha concluso: “Noi calciatori siamo pronti a prenderci rischi. Il nostro non è solo uno svago”.
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