Francesco Totti continua a essere legato alla Roma, ma ci tiene a fare chiarezza su quanto fatto durante il periodo da calciatore e sulla sua reputazione.
A distanza di qualche anno dal suo addio al calcio, Francesco Totti continua a essere nel cuore dei tifosi della Roma e non solo e sono in tanti a sognare un suo ritorno in giallorosso, questa volta dietro la scrivania, ruolo che aveva intrapreso qualche tempo fa e interrotto a causa di problemi sorti con l’ex proprietario James Pallotta. Il carattere non è mai mancato all’ex capitano, oltre all’orgoglio; proprio per questo non sente di avere alcun rimpianto per il suo passato: “Famiglia e figli sono fondamentali, ma lo è altrettanto il rispetto della parola data – ha detto in un’intervista a Vanity Fair . Non ho bisogno di firme o contratti, quando dico una cosa poi la faccio. Anche se molti ora si comportano come se quella non valesse niente”.
Le dicerie sul suo conto sono state tante, ma quando queste non corrispondevano al vero lui ne ha sofferto: “Pensare che si pensasse qualcosa di non vero su di me non è bello, sono stato male per questo, inutile negarlo. Io sono permaloso, avrei fatto il possibile per dimostrare che quelle erano solo bugie. I primi guadagni mi hanno però inevitabilmente cambiato la vita, inutile negarlo, era una situazione per me sconosciuta. I miei mi hanno insegnato quanto siano importanti e gli ho sempre grande valore. Emblematico quanto accaduto quando ho preso il primo stipendio: l’assegno me lo hanno dato di venerdì: troppo tardi per poterlo cambiare in banca. Lo covammo in famiglia, come un uovo, fino al lunedì mattina”.
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Totti fa chiarezza sul suo periodo alla Roma
In tanti hanno spesso pensato che lui fosse talmente importante a Roma e decidesse su formazioni e allenatori, ma una volta per tutte lui ha voluto chiarire cosa accadesse davvero: “Tutte cazzate. Tutti, dagli allenatori ai compagni di squadra potrebbero smentire questa idea. Io posso camminare a testa alta, mi sono sempre allenato al massimo e se giocavo era solo per quello. Mai detto “fai giocare questo o fai giocare quello”. L’unica cosa che volevo era vincere, basta. Volevo poter giocare al fianco di giocatori forti, come molti altri colleghi, questa non può essere certamente considerata una colpa”.
Sul finire della carriera il rapporto con Spalletti non era certamente ottimale, ma anche su questo aspetto Totti ha voluto dire cosa sia accaduto in quel periodo: “Più mi impegnavo, più lui cercava la rottura, la provocazione, il litigio o il pretesto. Era evidente che non ci fosse un bel rapporto, proseguire in questo modo non era possibile. Per la prima volta in 25 anni di Roma, tra gennaio e febbraio, mollai. L’addio al calcio non è stato certamente un momento facile, prima o poi sarebbe dovuto arrivare, come per tutti, ma i problemi hanno reso tutto più complesso. Già l’anno prima avevo capito che non mi avrebbero rinnovato il contratto, anche se riuscivo a cambiare le partite una volta che entravo in campo. Dopo la partita con il Torino sono entrato a gara quasi finita e sono riuscito a segnare due gol. Il contratto mi era stato rinnovato a furor di popolo, in quella sera avrei dovuto ritirarmi, me lo aveva detto anche Ilary, ma poi ho deciso di continuare comunque” – ha concluso.
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