Il giudice sportivo ha comunicato le motivazioni che lo hanno portato alla sentenza emessa in riferimento a Juventus-Napoli: ecco cosa ha portato al 3-0 ha tavolino e alla penalizzazione dei campani.
Il giudice sportivo ha deciso: 3-0 a tavolino d’ufficio per la Juventus e un punto di penalizzazione per il Napoli per la gara non disputata nell’ultimo turno di campionato a causa dell’assenza dei partenipei allo Stadium. I campani continuano a essere convinti di essere vittime di un’ingiustizia proprio perché il loro modo di agire è stato dettato da un’ordinanza della ASL.
Le motivazioni della sentenza fanno emergere però una situazione differente. Su un aspetto il giudice Gernardo Mastandrea ha voluto essere chiaro: le comunicazioni inviate dalla ASL di Napoli non era incompatibili con l’applicazione del protocollo che era stato approvato solo pochi giorni prima del match. Il Napoli, infatti, avrebbe dovuto mettersi in isolamento già dopo la prima positività del gruppo squadra, quella di Zielinski, creando una “bolla”.
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Juventus-Napoli: le motivazioni del giudice sportivo
Il Napoli pensava di poter avere ragione appellandosi all’articolo 55 NOIF della FIGC, che fa riferimento alle “cause di forza maggiore” che hanno impedito che il match potesse essere disputato. Ma su questo il giudice sportivo è stato chiaro: “ogni valutazione sulla legittimità di altri provvedimenti” quale per esempio quello dell’Asl, nonché l’attività di inchiesta della Procura Federale in ordine al rispetto dei Protocolli scientifico-sanitari FIGC. In una situazione come questa non è possibile parlare di forza maggiore” – si legge nella sentenza.
A sua difesa, il club partenopeo aveva mostrato anche le comunicazioni tra la società e l’ASL, ma anche su questo il giudice si è espresso in maniera inequivocabile. Il 2 ottobre, due giorni prima della gara, era stato sottolineato che “la responsabilità nell’attuare i protocolli previsti dalla FIGC per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 è in capo alla Soc. Napoli. L’ASL in questo ambito non ha quindi alcuna competenza”. Soltanto alle 14.13 del 4 ottobre, cioè il giorno della gara, l’Asl indica “non sussistenti le condizioni che consentano lo spostamento in piena sicurezza dei contatti stretti”.
C’è inoltre un comportamento del Napoli a cui si fa espressamente riferimento: “fin dalla sera precedente aveva proceduto a disdire il viaggio aereo programmato con apposito charter“, si legge. Poter arrivare a Torino in tempo era quindi impossibile. In pratica, è come se i campani non fossero intenzionati già in partenza a scendere in campo nonostante il protocollo in vigore lo prevedesse.
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