Se c’è un calciatore che più di ogni altro sintetizza gli estremi tra genio e sregolatezza quello è Paul Gascoigne.
La parabola discendente di Gascoigne è una delle storie più tristi del calcio moderno. Ma è solo una delle tante iperboli di un mondo che difficilmente riesce ad “aggiustare” i caratteri atipici, molto più spesso li devasta.
Quelli di Paul Gascoigne erano eccessi dettati da un comportamento a tratti folle e altre autodistruttivo che si oggi si possono ricondurre a una diagnosi, quella di disturbo bipolare della personalità, che comporta cure e terapie. Ma che vent’anni fa portava direttamente alla fine di qualsiasi carriera, e a volte al suicidio.
Paul Gascoigne è stato il peggior nemico di se stesso. Una carriera letteralmente devastata e finita ai margini del mondo del calcio.
Il dopo è stato anche più triste: sbronze, un tentato suicidio, diversi inutili tentativi di disintossicarsi da alcol e pillole. Una ex moglie (Sheryl), tre figli oggi Gazza, un patrimonio finito in malora. Per sua stessa ammissione Gazza “sopravvive” con l’aiuto di alcuni amici, perennemente in bilico sul baratro tra la gloria eterna di essere un hall of famer del calcio inglese e l’ennesima ricaduta.
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La settimana scorsa la BBC ha proposto il meraviglioso “Gazza”, un documentario che ha ricostruito in modo rispettoso tutte le bizzarrie del campione, tre anni, 43 presenze e sei gol nella Lazio di Cragnotti. Una testimonianza commovente e molto realistica di quella che è stata la straordinaria parabola di Gascoigne dentro e fuori dal campo.
Ma a farlo rivivere sul rettangolo oggi c’è Jack Grealish, fuoriclasse in forza al Aston Villa che gli somiglia in modo impressionante. Grealish è felice di tanti paragoni con Paul Gascoigne soprattutto dopo la sua splendida prestazione con l’Inghilterra nella vittoria contro il Galles per 3-0. Un assist e targa di MVP. Il modo in cui porta la palla, quel suo modo fisico e irriverente di difenderla, trasuda l’essenza di Gascoigne.
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Qualcuno glielo fa notare, lui abbassa gli occhi e ingrazia: “Penso di assomigliargli ma non credo di avere le sue qualità e il suo talento, ma sentire che mi paragonano a lui mi emoziona molto. Credo sia la cosa più bella che mi possano dire. Gazza è un’icona assoluta. Lui, insieme a Wayne Rooney, è stato probabilmente uno dei più grandi giocatori dell’Inghilterra negli ultimi 30 anni”.
Grealish è arrivato alla nazionale relativamente tardi e dopo parecchia gavetta e un episodio che poteva costargli la carriera: “Ero a un camp della nazionale giovanile e all’improvviso mentre ero in bagno sono collassato. Non il modo migliore di presentarsi nella selezione nazionale. Ho cambiato strada, ho accettato gli inviti della federazione irlandese e ho giocato diverse partite con l’EIRE ma quando ho avuto la possibilità di tornare l’ho fatto e ne sono felice”.
Grealish, proprio come Gascoigne, è uno dei giocatori che subisce più falli. La vittima sacrificale dei picchiatori della Premier League. Lui risponde alla sfida come risponderebbe Gazza: “Sono grosso, veloce, se mi sfidano mi trovano. Ma dovranno farmi molto male per fermarmi…”
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