L’esperienza di Andrea Pirlo da allenatore, che ha iniziato subito forte partendo dalla Juventus, è solo agli inizi, ma lui sembra avere già le idee chiare.
Andrea Pirlo, durante la sua carriera di calciatore, non è mai stato uno di grande parole, ma ha sempre preferito parlare in campo. Anche ora che ha intrapreso la carriera di allenatore, partendo subito forte dalla panchina della Juventus, non sembra essere cambiato. Almeno per ora il bresciano preferisce evitare i proclami, ma sa bene di essere alla guida di una squadra fortissima da cui tutti si aspettano la vittoria.
Tutta la rosa che ha a disposizione è di estrema qualità ma l’attenzione, come è facile immaginare, è rivolta a Cristiano Ronaldo, la vera stella. Poterlo allenare è per lui un onore, ma altrettanto importante è l’apporto che gli stanno dando gli altri leader dello spogiatoio: “I giocatori con cui ho giocato in passato mi hanno dato subito la loro disponibilità, poter contare sul loro apporto nel lavoro quotidiano è certamente importante – ha detto al sito dell’UEFA – . Il loro aiuto è importante per ottenere risultati in questa esperienza. Cristiano Ronaldo è un simbolo del nostro calcio, non posso che essere onorato all’idea di essere il suo tecnico. Ha 35 anni, ma lavora quotidianamente con grande impegno, non può che essere un esempio per i ragazzi più giovani”.
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Da calciatore Pirlo era uno dei più dotati tecnicamente ed è questo il modello di calcio che lui vuole proporre anche da allenatore. Del resto, gli elementi in rosa per poterlo praticare non mancano. “Nel corso della mia carriera ho avuto la possibilità di essere allenato da grandissimi allenatori. Sono cresciuto con Lucescu a Brescia, un vero maestro. Ma non posso dimenticare Lippi, Ancelotti, Conte e Allegri, tutti bravissimi, ognuno con le loro caratteristiche”.
Spesso è stato fatto un raffronto tra il suo calcio e quello di Guardiola, ma anche su questo ha le idee chiare: “Lui non può che essere un esempio per tutti. Già da quando ha iniziato a guidare le giovanili del Barcellona si vedeva quanto fosse bravo, poi i risultati hanno fatto il resto. Chi vuole fare un calcio propositivo non può che ispirarsi a lui” – ha concluso.
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