Juventus-Napoli, l’Asl partenopea motiva il divieto di trasferta. La nota

Juventus-Napoli, il big match della terza giornata è ancora a rischio. Il Napoli non è partito per Torino, mentre i bianconeri fanno sapere che stasera scenderanno regolarmente in campo. Nel frattempo la portavoce dell’Asl, Anna Tagliaferri, ha rilasciato un’intervista per chiarire questa situazione.

Il Napoli di Gennaro Gattuso ha annullato il suo viaggio a Torino. Questa sera gli azzurri avrebbero dovuto affrontare gli uomini di Andrea Pirlo per il big match della terza giornata di campionato. Il club di Aurelio De Laurentiis, infatti, è stato bloccato dalla Asl partenopea dopo i casi di positività di due calciatori (Piotr Zielinski ed Eljif Elmas) ed un membro dello staff. A chiarire il tutto ci ha pensato la portavoce dell’Asl Napoli 1, Anna Tagliaferri. Quest’ultima ha rilasciato un’intervista a ‘La Stampa’. Ecco le sue dichiarazioni: “Gli atleti della squadra sono residenti in città. Valgono le stesse regole per ogni cittadino di nostra competenza che possano essere calciatori, operai, casalinghe, studenti e quant’altro. La salute viene prima di tutto e va difesa con il massimo dell’impegno.

Il divieto alla trasferta di Torino è stato deciso per salvaguardare la salute soprattutto dei calciatori del Napoli e anche con quelli della Juventus, visto che è difficile non entrare in contatto. Non abbiamo dovuto chiedere il permesso a nessuno. Ribadisco: la salute dei cittadini viene prima di tutto“.

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Juventus-Napoli, avv. Grassani: “Partenza per Torino sarebbe stata un reato

Juventus-Napoli (Getty Images)
Juventus-Napoli (Getty Images)

Ha voluto dire la sua anche l’avvocato della società azzurra, Mattia Grassani. Intervistato dalla ‘Gazzetta dello Sport’ ha spiegato: “Le comunicazioni di Asl e della Regione Campania vanno tutte nella stessa direzione: ovvero impedire ai giocatori in contatto stretto con positivi di abbandonare il proprio domicilio, quindi anche uscire fuori regione e nazione. Abbiamo fatto tutto secondo le norme: come comunicare l’impossibilità di partire a Lega Serie A, Figc e Juventus

Se fossero partiti per Torino avrebbero commesso un reato. Il calcio può aspettare, anche perché dubito che la legge sportiva possa essere superiore a quella dello Stato“.

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