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Calcio

Serie A, la proposta di Sileri: “Basta esultanze, bisogna adeguarsi”

Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri dice la sua sul focolaio di positivi emerso in casa Genoa. Il comportamento di tutti i calciatori ora deve necessariamente cambiare, a partire dalle esultanze.

L’elevato numero di positivi emerso in casa Genoa ha inevitabilmente messo in allarme la Serie A. Sia il Grifone, sia il Napoli, avversario dei liguri domenica, si sottoporranno a nuovi tamponi, ma questa situazione spinge a mettere in atto modifiche importanti nel modo di agire per evitare che possano esserci ulteriori focolai.

A indicare la strada da seguire è il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, in occasione del suo intervento a “Un giorno da pecora”, la trasmissione in onda su Radio 1. I primi cambiamenti devono riguardare le esultanza dei giocatori, che non dovranno più avvenire come accaduto finora: “Ora gli abbracci diventano proibiti – ha detto il politico –. Il rispetto della distanza, a meno che non si tratti ovviamente di azioni di gioco, diventa una misura da rispettare anche in chi scende in campo. Quello che è accaduto in questi giorni è la dimostrazione di una minore attenzione nei comportamenti. Al Genoa, infatti, si è passati in poche ore da un solo positivo a 14. Chiaramente ci si è comportati con meno attenzione e noi non possiamo permettercelo. Tutti noi siamo chiamati a mantenere le distanze”.

Esultanza dei giocatori della Juventus (Foto: Getty Images)

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Sileri, la decisione: basta esultanze

Tra le ipotesi che sono circolate in queste ore c’è anche quella di uno stop al campionato, almeno per 14 giorni, approfittando della sosta che la Serie A osserverà per gli impegni delle Nazionali. Sileri ha voluto chiarire come sia la situazione anche in merito a un aspetto così importante.

“Io sono un medico, non solo un vice ministro, quindi posso esprimermi a riguardo secondo il mio ruolo, indipendentemente da quello che faccio nel governo. Dobbiamo valutare la situazione e la sua evoluzione. Se dovesse esserci un ulteriore positivo, fermarsi per sette giorni sarebbe quasi inevitabile. Questo è infatti il comportameno che dovremmo tenere in presenza di un focolaio e questa situazione come tale dovrebbe essere trattata”.

Leggi anche – Coronavirus, caso Genoa. C’è preoccupazione, Serie A non a rischio

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