Serie A e apertura stadi al pubblico: il Codacons minaccia denunce

Governo e Regioni valutano l’apertura degli stadi al pubblico nelle partite di Serie A. Una decisione che non trova accoglimento da parte del Codacons, pronto a denunce.

Il calcio sta lentamente provando a ritornare alla normalità e lentamente si sta valutando l’apertura degli stadi al pubblico, anche se ovviamente in modo graduale e con ingressi contingentati. In Serie A, però, questo processo non si sta verificando ancora in modo uniforme e anche nel weekend in arrivo ci saranno gare che si disputeranno con non più di 1.000 persone presenti sugli spalti e altre ancora a porte chiuse. Come indicato recentemente dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, una delle idee allo studio è quella di consentire l’accesso sulla base della capienza. Un numero così basso di spettatori, infatti, è inevitabilmente limitante per impianti più grandi, quali ad esempio San Siro o l’Olimpico di Roma.

Questa idea è stata appoggiata anche nelle ultime ore dalle Regioni, in occasione della Conferenza che ha coinvolto i Governatori che si è tenuta nella giornata di ieri. L’unica ad opporsi è stata il Lazio: il presidente Zingaretti ritiene poco opportuno una mossa del genere in un periodo come questo in cui ci sono altri settori che stanno rispettando norme particolarmente rigide.

Juventus
L’Allianz Stadium della Juventus durante una partita a porte chiuse (Foto: Getty Images)

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Apertura stadi al pubblico: la forte presa di posizione del Codacons

L’idea di consentire l’accesso agli stadi per il 25% è poco gradita anche al Codacons, associazione che ormai da tempo opera in difesa dei consumatori. Il timore dell’ente è che questo possa danneggiare gli altri cittadini, soprattutto chi da tempo è particolarmente ligio nel rispetto delle norme in vigore. “È un‘idea folle. Un male incalcolabile per la salute pubblica del nostro Paese – sono state le parole del presidente Carlo Rienzi -. Portare avanti le limitazioni attuali in un ambiente come lo stadio sarebbe decisamente difficili. Ma soprattutto non si deve trascurare quello che potrebbe accadere all’esterno. Il rischio assembramenti sarebbe quanto mai concreto. Questo potrebbe provocare una nuova impennata nei contagi“.

Rienzi però non si limita a questo, ma è pronto ad agire in maniera chiara contro governo e Regioni, promotrici di questo provvedimento: “Quello che sta accadendo è dovuto soprattutto alle pressioni che derivano dalle istituzioni del calcio. In una situazione come questa è più che mai fondamentale che il governo resti fermo nelle proprie posizioni. Piuttosto, la forma migliore per tutelare i tifosi sarebbe consentire la visione delle partite in chiaro sui canali Tv. Qualora la misura dovesse entrare in vigore, noi siamo pronti a denunciare con il reato di concorso in epidemia – ha concluso il presidente.

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