Il presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu, è tornato a parlare pubblicamente dopo il “caso Messi” aggiornando anche la situazione di Suarez e Lautaro Martinez.
La stagione ufficiale del Barcellona non è ancora iniziata ma ripartirà ancora da Lionel Messi, probabilmente sostenuto dal compagno e amico Luis Suarez. La Juventus si è ormai tagliata fuori, anche se non ancora ancora chiuso l’acquisto di Dzeko, come confermano le parole di Bartomeu. In esclusiva a “TV3”, dopo settimane di silenzio, il presidente blaugrana è tornato a parlare pubblicamente e le sue dichiarazioni non sono passate inosservate: “Suarez è un nostro giocatore, uno dei più importanti di questo club dove è sotto contratto”.
Insomma una chiusura, forse non ancora netta, a eventuali acquirenti che sperano ancora di assicurarsi il Pistolero, ora più vicino a una clamorosa permanenza. Come sarà ancora un giocatore dell’Inter Lautaro Martinez, cercato e trattato a lungo dal Barcellona senza successo: “In questo momento abbiamo meno entrate e non possiamo permetterci determinati acquisti. Non faccio nomi, ma dobbiamo adattarci alla mancanza di risorse e programmare un altro tipo di mercato. Il nostro primo obiettivo è ridurre il monte ingaggi e rispettare il Fair Play Finanziario: senza cessioni, non entrerà nessuno” , ha spiegato Bartomeu.
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Barcellona, Bartomeu si tiene Suarez: “E’ un nostro giocatore, ha un contratto”
Josep Maria Bartomeu è tornato anche sul possibile addio di Messi, molto critico nei suoi confronti nonostante abbia deciso di restare al Barcellona: “Come presidente non entrerò mai in conflitto con lui. Il problema è ormai superato, non potevo permettere di lasciar partire il miglior giocatore del mondo. La società deve farsi i complimenti per aver resistito e convinto a farlo rimanere. Noi vogliamo che chiuda qui la sua carriera e abbiamo in mente un progetto futuro intorno a lui”.
Non sarà facile evitare un addio di Messi, soprattutto se Bartomeu resterà ancora a capo della società: “Non voglio dimettermi: ho ancora molto lavoro da fare. I voti di sfiducia sono un normale processo, ma non cambiano le mie intenzioni”. Cosa ne penserà il fenomeno argentino?
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