Juventus, le testimonianze dei calciatori del Real Madrid su Zidane possono fornire indicazioni sulle sfide che Pirlo si troverà ad affrontare sulla panchina bianconera
Cosa ci si può aspettare da Pirlo allenatore alla Juventus? Soprattutto, cosa può aspettarsi Pirlo dalla prima esperienza da allenatore alla Juventus? Un primo confronto può derivare dalla reazione dei calciatori del Real Madrid che hanno avuto a che fare con Zinedine Zidane.
“Quando qualcuno con quell’autorità ti parla, allora ascolti” ha detto di “Zizou” Vinicius Junior, la giovane stella brasiliana del Real. Ne parlava nello stesso modo James Rodriguez, anche se non ha avuto grande spazio con i blancos nella gestione del francese. “Rispetto a Benitez [che allenava il Real prima dell’arrivo di Zizou], i giocatori si allenano di più e ascoltano di più il tecnico” diceva.
Può valere lo stesso anche per Pirlo, che in questo modo segnerebbe di sicuro una netta cesura rispetto a quanto successo la scorsa stagione con Maurizio Sarri che ha incontrato evidenti difficoltà a trovare le parole sicure per farsi ascoltare.
Per Casemiro, mediano fondamentale nello scacchiere tattico del Real del francese come elemento di equilibrio, ha spiegato che all’inizio non è stato semplice avere a che fare con Zidane. Proprio perché il francese si portava dietro la sua storia da calciatore, e anche per Casemiro era stato un idolo in passato. Il cambio di ruolo richiede un cambio di passo.
Pirlo magari avrà una situazione analoga, anche se non identica, perché di alcuni dei giocatori dell’attuale rosa bianconera è stato anche compagno di squadra.
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Juventus, l’effetto Pirlo sui calciatori: cosa aspettarsi
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La storia del grande campione porta a un esercizio di carisma che è un’arma a doppio taglio. Da un lato, infatti, porta naturalmente un livello di attenzione maggiore e una maggiore disponibilità all’accettazione delle indicazioni da parte dei giocatori. Ma dall’altra il rischio di dare per scontato quel che scontato non è resta dietro l’angolo.
Ne parlava il brasiliano Ronaldo, ad esempio, a proposito dei suoi primi tempi da presidente del Valladolid. Non è stato semplice, diceva, contenere la frustrazione nel vedere attaccanti sbagliare giocate o tiri che per lui sarebbero state elementari. Ma non tutti gli attaccanti sono Ronaldo. Come non tutti i registi sono Pirlo. La comprensione, l’empatia, la pazienza saranno un fattore.
Anche perché possono generarsi anche effetti potenzialmente negativi. Lo spiegava Odegaard, l’attaccante norvegese di proprietà del Real Madrid arrivato al Bernabeu nel 2015 con l’etichetta di grande promessa del calcio mondiale. Ha avuto a che fare con Zidane sia nel Castilla sia in prima squadra. “E’ stato bello essere allenato da Zidane” ha detto, “ma non sempre semplice. All’inizio, le sessioni di allenamento non aiutavano per la fiducia”. La sua tecnica, infatti, è intatta. E per un giovane che si ritrova a confrontarsi con magie di quel tipo potrebbe anche abbattersi un po’ all’inizio.
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