Il nostro paese da anni si fa un gran vanto di essere in prima linea contro gli abusi sessuali.
Anche il nostro calcio, dal canto suo, tra segni rossi sul viso dei calciatori e domeniche dedicate al tema, si è preoccupato di sensibilizzare, raccogliere fondi. Chissà perché, però questa notizia probabilmente la leggerete solo qui.
Abusi sessuali sul campo di allenamento
Il potentissimo ex presidente della federazione di calcio dell’Afghanistan (AFF),
Keramuudin Karim è ricercato in tutto il paese per avere compiuto ripetuti abusi sessuali su alcune calciatrici della nazionale. Karim, 58 anni, era stato riconosciuto colpevole dal tribunale del suo paese ed era stato costretto a rimettere il suo mandato. In un secondo momento era stato squalificato a vita dal comitato etico della FIFA che lo aveva multato con una sanzione da un milione di dollari.
Quello che però non si sa, per lo meno non qui, è che Keramuudin Karim è un elemento molto influente e storico sia della AFC, la federazione asiatica di calcio, che della FIFA della quale ha fatto parte anche a livello direttivo.
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Il presidente stupratore seriale
Un assurdo. I fatti risalgono a un periodo molto lungo, pare di oltre sei anni. Karim era solito frequentare il ritiro della nazionale femminile afghana prima di ogni partita ufficiale e già dal 2013 aveva iniziato a insidiare alcune delle giocatrici della nazionale. L’Afghanistan non è esattamente il paese più liberale del mondo, soprattutto per quanto riguarda la vita delle donne. La stragrande maggioranza delle quali non possono guidare, non possono studiare, non possono vivere da sole e in un mondo dominato dagli uomini passano dal servire il padre al riverire il marito.
Keramuudin Karim durante il suo mandato avrebbe compiuto abusi ripetuti su almeno cinque giocatrici: ma i fatti sono ancora adesso oggetto di indagine e i casi sembrano essere molto più numerosi. Karim ha sempre respinto le accuse sostenendo di essere innocente, anche dopo che due delle giocatrici avevano presentato il loro racconto dell’orrore alla FIFA con un memoriale video. Karim non solo sosteneva di essere oggetto di un vero e proprio ‘colpo di stato’ per sollevarlo dai suoi incarichi dirigenziali, ma aveva anche deciso di ricandidarsi alle elezioni federali.
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In fuga sulle montagne
Il mese scorso però la sua sicurezza è svanita. Nonostante la protezione dei militari e della potentissima polizia del popolo, di fronte a una protesta popolare senza precedenti persino per un paese come l’Afghanistan, Keramuudin Karim ha pensato bene di scappare e di rifugiarsi nella provincia montuosa del Panjshir. Nel frattempo venivano pubblicate altre testimonianze di altri abusi e di altre sevizie.
Persino il presidente afghano Ashraf Ghani ha ordinato un’indagine. Ma solo perché il Guardian aveva pubblicato la notizia (ignorata qui da noi) delle violenze e degli abusi sessuali subiti dalle ragazze della nazionale.
Karim è letteralmente scomparso: Ghani ha chiesto alla popolazione del Panjshir di non proteggerlo e di consegnarlo come criminale alla polizia.
L’Afghanistan è al secondo posto nella lista paesi più pericolosi per le donne, subito alle spalle dell’India. Al decimo posto, a sorpresa, ci sono gli Stati Uniti.
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La squadra che non esiste
La nazionale femminile dell’Afghanistan è nata soltanto nel 2007 solo dopo l’insistenza della FIFA che pretendeva che tutte le federazioni associate avessero almeno una squadra femminile. L’Afghanistan non ne voleva sapere. Le ragazze si allenavano contro il parere dei genitori, dei mariti, in un clima da caccia alle streghe che fa sembrare il Medioevo e l’Inquisizione un periodo di grande progresso.
Eppure, grazie a volontari e appassionati impegnati nel paese da un punto di vista sociale, qualche progresso c’era stato. Con un tecnico locale in panchina aveva raccolto le adesioni della comunità internazionale. Ad assisterla quattro volontari americani provenienti dalle università statunitensi, appassionati di calcio femminile.
Le ragazze afghane hanno chiuso il Campionato Centro Asiatico, l’unica competizione alla quale potevano iscriversi, con un bilancio pesante. Quattro sconfitte in quattro gare, 32 gol subiti senza la gioia di una rete, una sola. Si giocava a Tashkent in Uzbekistan. Alcune delle ragazze della nazionale era la prima volta che lasciavano casa. Quasi tutte da allora non hanno mai più giocato.
Sono giovani, inesperte, possono giocare pochissimo, non più di sette-otto partite all’anno. E dal 2019 la squadra, di fatto, è stata sciolta dalla federazione e non ha disputato nemmeno una gara ufficiale. Nell’ultima classifica della FIFA la rappresentativa femminile dell’Afghanistan, che due anni fa era al 145esimo posto su 159 paesi, non era nemmeno presente.
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