Cagliari, da Francescoli a Caceres: la tradizione degli uruguayani in rossoblù

Iniziò tutto con Victorino. Diego Lopez, quinto per presenze all-time del club, è stato anche due volte allenatore. Il ricordo di Francescoli, O’Neill, Fonseca, Dario Silva. I tecnici Puricelli e Tabarez. Storia degli uruguayani a Cagliari

Cagliari, da Francescoli a Caceres: la tradizione degli uruguayani
Cagliari, da Francescoli a Caceres: la tradizione degli uruguayani

Il Cagliari ha rinforzato la difesa con Martin Caceres, che ha già visitato il Centro sportivo di Asseminello. E’ arrivato trasportando la macchina in nave. Firmerà dopo le visite mediche, anche dopo la chiusura del calciomercato prevista per le 20 di oggi in quanto svincolato.

L’ex Juve e Fiorentina, che può giocare anche a centrocampo, prosegue la lunga tradizione dei calciatori uruguayani a Cagliari dopo l’arrivo l’anno scoso di Godin.

Sono 23 gli uruguagi ad aver attraversato la storia rossoblù, a partire da Waldemar Victorino, arrivato nel 1982 dal Nacional di Montevideo. Bearzot l’aveva definito un ottimo colpo, ma segna solo due gol in 17 partite e lo rispediscono in Argentina.

In questa storia, un posto speciale lo mantiene Diego Lopez, che è il quinto calciatore nella storia del club per numero di partite giocate in serie A (314). “El Jefe”, il Colonnello, ha totalizzato 343 presenze complessive con il Cagliari realizzando 9 gol. Poi dopo 12 anni in squadra, è tornato due volte come allenatore mantenendo uno stretto legame con l’ex presidente Massimo Cellino che l’avrebbe voluto anche sulla panchina del Brescia.

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O’Neill, Francescoli, Dario Silva: uruguagi nella storia del Cagliari

Dario Silva ai tempi del Cagliari
Dario Silva ai tempi del Cagliari

Nella storia degli uruguagi in Sardegna, ravvivata l’anno scorso con l’acquisto di Nandez e Oliva, altri quattro assi di un colore solo, quello Celeste, hanno raggiunto più di cento presenze.

Si tratta di Nelson Abejon, amatissimo per il suo spirito battagliero, sceso in campo 175 volte in sette anni con la maglia rossoblù.

Al terzo posto di questa classifica José Herrera, detto Pepe: sua figlia, nata in Sardegna, è la moglie di Godin. Nella top 5 anche due dei talenti più creativi mai apparsi sull’isola: lo sregolato “Mago” Fabian O’Neill, capace di generare una generosa e sincera ammirazione perfino in Zidane, e il “Principe” Enzo Francescoli.

Il primo “Principe”, a cui Milito deve il suo soprannome per un’evidente somiglianza di tratti. Arrivato dal Marsiglia, in tre anni gioca 104 partite, sufficienti ad essere inserito nella top 11 del Cagliari di tutti i tempi. Con lui faceva coppia Daniel Fonseca, partito da Cagliari per conquistare poi i tifosi Roma, Napoli e Juventus.

Ha lasciato una traccia memorabile anche Dario Silva, attaccante da 24 gol in 97 partite a Cagliari, che si è dovuto reinventare come cameriere dopo un incidente che gli ha causato l’amputazione di una gamba.

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Vecino, l’uomo della garra charrùa”

Hanno attraversato la storia del club anche Joe Bizera, difensore ruvido di impostazione classica, il centrocampista Matias Cabrera rimasto una stagione e mezza fino al 2014. Quell’anno è arrivato in prestito dalla Fiorentina Matias Vecino, l’uomo che ha reso la garra charrùa popolare fino a trasformarsi in occasione da meme dopo l’esultanza in tv di Lele Adani al commento di Inter-Tottenham di Champions League.

Scorrendo verso il basso la classifica degli uruguagi al Cagliari per numero di presenze, troviamo il trequartista Pablo Cepellini e l’attaccante Luis Romero, due meteore acquistate dal Penarol; il portiere Fabian Carini che senza fortuna ha giocato anche nella Juve e nel Cagliari; Alejandro Gonzalez che ha poi avuto una discreta carriera in serie B; Marcelo Tejera, Horacio Peralta, Rosano ed Herrera jr.

Gli allenatori uruguayani del Cagliari

Tabarez, uno dei quattro allenatori uruguagi del Cagliari
Tabarez, uno dei quattro allenatori uruguagi del Cagliari

In questa lista non possono mancare gli allenatori. Hector, per tutti Ettore, Puricelli ha firmato la salvezza nel 1968. Ventisei anni dopo, sull’isola sbarca un maestro di vita e di calcio, Oscar Tabarez, che continua ad allenare la nazionale con la forza di un testimone più forte della malattia.

A Cagliari, nel 1994-95, ha portato i sardi al nono posto. Più breve e insoddisfacente la parentesi del 1999. Così come l’esperienza di Gregorio Perez, ex Independiente, nel 1996: esonerato dopo quattro sconfitte in sei partite.

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