Brahim Diaz a 21 anni ha giocato al Manchester City e al Real Madrid. Ambidestro, può occupare tutti i ruoli dell’attacco. Agile, veloce, dribbla e salta l’uomo con facilità
Un jolly capace di occupare tutte le posizioni in attacco. Veloce, tecnico, dribblatore seriale, Brahim Adelkader Diaz ha scatenato paragoni con Messi. Ora è pronto a far sognare i tifosi del Milan. Cresciuto nel Malaga, passato da Guardiola al Manchester City, è di proprietà del Real Madrid che lo cede solo in prestito. Il City ha fatto inserire una clausola anti-United. Il club ha infatti diritto a una percentuale del 15% sulla prossima cessione a titolo definitivo, percentuale che sale al 40% se Diaz andasse ai Red Devils.
Nel 2013, si è trasferito dalle giovanili del Malaga all’Academy del Manchester United. E’ Guardiola che lo fa esordire in prima squadra nel 2016 in Coppa di Lega. Per assaggiare la Premier League, deve aspettare il 2017-18. Nel frattempo, segna e tanto con la squadra riserve. A gennaio del 2019 passa per 17 milioni al Real Madrid, a cui aveva segnato un gran gol in una tournée amichevole negli USA nel 2017. Segna il suo unico gol nella Liga con la maglia dei Blancos il 12 maggio 2019, nella partita persa 3-1 contro la Real Sociedad. Ed è un gran gol. Salta un avversario, ne dribbla un altro in velocità, entra in area, frena prima della linea di fondo, sterza, rientra e incrocia nonostante l’angolo stretto di tiro.
Ambidestro, paragonato a David Silva al City, ha spiegato che gli piace sentire la pressione. Ama le sfide, si è sentito a casa al Bernabeu. Ha aspettato il suo momento, senza fretta. L’ambizione non lo spaventa ma non gli mette fretta. Il Milan può fare al caso suo.
Il calcio, ha spiegato in un’intervista, gli ha insegnato a non arrendersi. Figlio di madre spagnola e padre marocchino, da bambino giocava sempre, ovunque, in cortile e anche in casa con i mobili usati come porte. Sul suo profilo Instagram il calcio domina, interrotto appena dallo scatto della vacanza in barca con la famiglia. Si susseguono foto di allenamenti, partite. Anche un suo video di ricordi d’infanzia è legato al pallone. Il calcio è al centro di tutto, anche nella cameretta in cui è cresciuto e in cui si è fatto fotografare pubblicando la foto sul profilo che ha oltre 1,5 milioni di follower. Sulla parete che sovrasta il letto, un enorme poster di Oliver Hutton, Holly per i fan del cartone animato e della New team, Captain Tsubasa nel manga giapponese. Eloquente il post del 20 agosto. E’ di spalle, al centro di una strada deserta, con una montagna che si erge in lontananza. “Don’t look anywhere else but ahead”, scrive, “guarda solo avanti e in nessun’altra direzione”.
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In campo però guarda dappertutto. Passa da destra a sinistra con naturalezza, nell’ultima stagione ha tenuto una media di 2.96 tiri ogni 90 minuti per una quota di 0.47 expected goals. Ha distribuito 1.48 passaggi per il tiro e tentato 14.44 dribbling di media, con il 41% di successo secondo i dati Wyscout, influenzati comunque dal numero basso di presenze, dieci spezzoni complessivi per un totale di 243 minuti in campo. Nell’ultima stagione, ha comunque completato 15 dei 24 dribbling tentati nella trequarti avversaria, concentrati nella zona di centrodestra.
Accurato nei passaggi progressivi, nelle verticalizzazioni che permettono a chi riceve di avere meno avversari tra sé e la porta, rischia qualcosa di più negli allunghi. Il 50% delle azioni che coinvolgono un suo scatto con la palla, sottolinea Wyscout nel suo report statistico sullo spagnolo, finiscono con la perdita del possesso.
Diaz è minuto e agile, vince un terzo dei duelli difensivi e offensivi in cui è coinvolto. Deciso anche nelle situazioni di palla contesa, può rappresentare un valore aggiunto anche nel recupero del pallone, nella fase di pressing alto e orientato.
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