Coman, dalla Juve alla Champions: quanto è costato al Bayern Monaco

Kingsley Coman ha deciso la finale di Champions League. Nel 2014 la Juve lo acquistò dal PSG per 300 mila euro. Dopo una stagione, il Bayern lo pagò 28 milioni

L’uomo della finale di Lisbona, il match winner che ha firmato la sesta tra Coppa dei Campioni e Champions League del Bayern Monaco è un ex PSG, scartato dai parigini a 18 anni. La Juve lo sfila ai parigini per 300 mila euro, ma dopo un anno l’ha ceduto inizialmente in prestito. «Coman è andato via per volontà sua – ha detto Allegri, allora tecnico bianconero, poche ore dopo la cessione del centrocampista -. Ha giocato molto, deve solo ringraziare la Juventus se ha avuto la possibilità di andare altrove. Io ho sempre avuto fiducia in lui, però trattenere i calciatori contro la loro volontà è un male per la squadra».

In effetti con Allegri, alla prima stagione bianconera dopo l’addio burrascoso di Conte, aveva disputato 22 partite, anche se molte di queste presenze si riducevano a spezzoni più o meno corposi. Ha segnato un gol, fatto capire di avere delle qualità. Ma anche per una società come la Juventus, su queste basi non è facile rifiutare un’offerta di prestito oneroso da sette milioni di euro: 7 milioni per il prestito biennale e 21 per l’acquisto. Totale 28 milioni, che però a bilancio significano plusvalenza purissima. Una ragione che induce la dirigenza ad accettare, visto che anche al giocatore la destinazione non dispiace affatto.

L’operazione aveva fatto contenti tutti allora. La Juve, che aveva rinforzato l’asse con Parigi, ha messo a bilancio una plusvalenza non da poco, sempre utile anche per il fair play finanziario. Come spiegava la società in un comunicato, al  momento della trasformazione del prestito in acquisto definitivo da parte del Bayern Monaco, la cessione ha generato per i conti della società bianconera un beneficio economico di “circa € 19 milioni, al netto degli oneri accessori e del contributo di solidarietà”.

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Bayern Monaco, l’offerta alla Juve per Coman

Bayern Monaco, l'offerta alla Juve per Coman
Bayern Monaco, l’offerta alla Juve per Coman

Quell’offerta, formulata in maniera così allettante, è di quelle difficili da rifiutare. Perché se il Bayern non avesse deciso di riscattarlo, la Juventus avrebbe comunque incassato sette milioni per il prestito di un talento promettente e riaverlo dopo due anni con un’esperienza internazionale maggiore. In caso contrario, come successo, ha messo a bilancio un’operazione commerciale comunque di successo. E in pochi, avrebbero comunque immaginato cinque anni fa che Coman sarebbe stato il match-winner di una finale di Champions League, ma questa è un’altra storia.

In Bundesliga, Coman si è trovato particolarmente bene con Pep Guardiola, e decisamente meno con Carlo Ancelotti. Ma la lista degli anti-Ancelotti si è via via allungata fino all’inevitabile esonero dopo l’ingiustificabile 0-3 proprio contro il PSG in Champions League nel 2017. Inqualificabile per atteggiamento, non certo per il punteggio in sé.

Questo non toglie, comunque, che i tifosi e i dirigenti della Juve possano nutrire qualche legittimo rimpianto per non aver creduto in un giocatore che è esploso poi con Jupp Heynckes nella prima fase di ricambio delle ali bavaresi, dopo i primi segnali di appannamento di Robben e Ribery. E’ una storia simbolo della diversità di scuole di pensiero. Da un lato le squadre di vertice della Serie A alla ricerca della plusvalenza immediata e dell’obiettivo a breve termine. Dall’altra i top club di un campionato come la Bundesliga, modello più sostenibile in Europa per come fa quadrare successo economico e sportivo, che possono concedersi il lusso della programmazione. Se a calcio, come diceva Gary Lineker, giochi undici contro undici e alla fine vincono i tedeschi, non è solo questione di tigna e solidità.

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