Se Massimiliano Allegri dovesse diventare il nuovo allenatore dell’Inter, i nerazzurri potrebbero passare alla difesa a quattro. Eriksen potrebbe esaltarsi, questioni Hakimi e Lautaro
Massimiliano Allegri potrebbe prendere per la seconda volta il posto di Antonio Conte su una panchina di Serie A. Dopo lo sfogo del tecnico salentino, si parla con più insistenza del possibile arrivo del toscano all’Inter. Si tratta ancora di una semplice ipotesi, che però può offrire l’occasione per una serie di considerazioni di natura tattica.
Alla Juve, Allegri nel 2014 ha iniziato in maniera graduale la transizione dalla difesa a tre al sistema a quattro. Se questo dovesse diventare il futuro dell’Inter, i nerazzurri sarebbero coperti a livello di centrali e con un Hakimi da poter utilizzare come terzino a tutta fascia. Anche se l’ex Borussia Dortmund potrebbe aiutare di più come ala destra in un eventuale 4-3-3, Dunque, ad Allegri servirebbero almeno due terzini, D’Ambrosio e Young sono sì duttili ma potrebbero soffrire in una linea a quattro che difende alta.
Allegri, che ha dimostrato in carriera di saper cambiare moduli, di non legarsi ai numeri ma ai principi di interpretazione della sua squadra, potrebbe scegliere un 4-2-3-1. Il suo calcio fatto di gestione del possesso a ritmi non esasperati esalta i calciatori di visione, di intelligenza calcistica. Questo modulo sembra tagliato su misura per mettere Eriksen, in difficoltà nel 3-5-2 verticale di Conte, al centro del progetto.
In questa struttura, Brozovic e Barella sarebbero i favoriti per un posto da titolare nella linea a due di centrocampo, con compiti ben diversificati. Si può anche pensare a un 4-3-3 con Eriksen mezzala di possesso e Brozovic equilibratore con la doppia funzione di abbassarsi tra i centrali in fase di avvio dell’azione e di gestire il ritmo della transizione dell’azione offensiva. Il 4-2-3-1 potrebbe richiedere l’acquisto di un mediano difensivo (un profilo alla Casemiro, come tipologia di giocatore).
In questo contesto, Hakimi avrebbe gradi di libertà in attacco per esaltare i suoi talenti migliori e Lukaku rappresenterebbe il vero fulcro del gioco. A sinistra, partirebbe Lautaro, o Sanchez se i nerazzurri dovessero convincere il Manchester United, giocando poi come seconda punta di fatto.
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Allegri e la questione Lautaro: come può cambiare l’Inter
Questo punto rappresenta la perplessità maggiore. Perché si potrebbe anche pensare a un 4-3-2-1 con Lautaro e Sanchez più vicini alle spalle del belga, ma questo sacrificherebbe Hakimi. Ed è un investimento “pesante”, deciso sulla base di un progetto diverso e in effetti perfetto per il 3-5-2 di Conte, perché venga un po’ sacrificato come terzino. Anche se, in quel ruolo, Allegri ha impiegato anche Cuadrado con funzioni non troppo distanti.
Spostare Hakimi avanti, da ala, con una seconda punta che da sinistra taglia destro, richiede un bilanciamento attento in difesa: il terzino sinistro dovrebbe essere più difensivo e l’ala destra dovrebbe rientrare di più in fase di non possesso per mantenere l’equilibrio e la compattezza verticale in fase di pressing e recupero del pallone.
Se nella gestione Conte, la gestione di Eriksen è diventato il vero fattore problematico della seconda parte di stagione, Allegri dovrebbe convincere Lautaro e/o Sanchez a correre di più. E ad allontanarsi dall’area di rigore, allargando la propria zona di competenza. Le qualità per armonizzare il gruppo non gli mancano.
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