Chris Smalling rischia seriamente di non poter giocare l’Europa League con la Roma. I giallorossi vorrebbero trovare un accordo con il Manchester United per il rinnovo del prestito, ma la strada sembrerebbe essere in salita. Le motivazioni della frenata nell’affare.
Chris Smalling, il tempo stringe. Lo sanno bene a Roma, sponda giallorossa, che devono fare le cose in fretta e bene se vogliono avvalersi di un talento difensivo ben inserito nell’organico di Fonseca anche per l’Europa League. Al momento le possibilità che il giocatore – di proprietà del Manchester United – possa effettivamente disputare la competizione con i giallorossi sono piuttosto basse.
Smalling, fumata nera per la Roma: il riscatto del prestito si allontana
Una serie di fattori ostacolerebbero il rinnovo del prestito che tratterrebbe così il difensore alla corte di Fonseca: l’intenzione di Fienga e Baldini resta quella di tenere uno dei giocatori che meglio si è espresso, sotto il profilo delle prestazioni e per continuità, nell’organico romanista. Tuttavia c’è la questione economica da sciogliere legata a fattori di natura strategica. Nella fattispecie, la Roma punta a rinnovare il prestito oneroso con l’obbligo di riscatto allo United partendo da 18 milioni. I Red Devils, però, ne vogliono almeno 20 e fanno pressione potendosi permettere di tirare un minimo la corda. Sicumera garantita dall’interessamento del Tottenham che vuole in egual modo il difensore e può mettere in difficoltà i giallorossi nella corsa al cartellino del 31enne di Greenwich.
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In ultima istanza c’è la volontà del giocatore, che gradirebbe restare a Roma, essendo disposto persino a ridursi l’ingaggio (mezzo milione) che però potrebbe non bastare, dal momento che il Manchester è una diretta concorrente della Roma in Europa League e, qualora si presentasse l’ipotesi di uno scontro fra le compagini, gli inglesi non vorrebbero certamente garantire una valida pedina agli avversari.
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