Ronaldinho non può ancora uscire dagli arresti domiciliari e resterà chiuso dentro un hotel extra lusso in Paraguay fino a quando non migliorerà l’emergenza sanitaria.
La pandemia di Covid-19 si è rivelata un avversario insuperabile anche per Ronaldinho, confinato da mesi in hotel extra lusso in Paraguay. Una prigione dorata da cui l’ex stella brasiliana e suo fratello, accusati per scambio d’identità e riciclaggio di denaro, non riescono più a uscire. Come riporta la Gazzetta dello Sport, la giustizia paraguaiana ha negato l’ennesima richiesta di libertà allungando di fatto a tempo indeterminato la loro reclusione. Una situazione drammatica per Dinho a cui viene continuamente impedito di tornare a casa, proprio perché l’emergenza sanitaria ha rallentato e bloccato le indagini.
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Ronaldinho bloccato in hotel: l’emergenza Covid rimanda la sua libertà
E’ un momento molto delicato e quasi paradossale per Ronaldinho, rinchiuso in un albergo a cinque stelle di Asuncion, senza sapere quando potrà essere scarcerato. L’isolamento forzato, senza avere contatti esterni da circa tre mesi, stanno seriamente provando l’ex Pallone d’Oro che vive in bolla fuori dal mondo reale. Il processo non presenta novità, soltanto in questi giorni dopo il lungo lockdown si sta assistendo alle riprese delle attività giudiziarie ma i tempi si prospettano ancora molti lunghi.
A posteriori forse era meglio restare in carcere, dove aveva passato il primo mesi di prigionia. Un luogo sicuramente più scomodo di una stanza di lusso, ma con maggiori possibilità di svagarsi: “Giocavo le partite di calcio insieme agli altri detenuti, qua non c’è nemmeno quello: ogni giorno sembra un’eternità”, ha spiegato Dinho nella sua ultima intervista. Un senso di vuoto e incertezza che sta diventando sempre più difficile da sopportare.
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