Zlatan Ibrahimovic ha rilasciato un’intervista a Sportweek dove si è soffermato anche sull’interesse del Monza e su un suo ipotetico erede
Nella giornata di ieri vi avevamo riportato il primo estratto dell’intervista di Zlatan Ibrahimovic per Sportweek. Lo svedese ha affrontato numerosi argomenti, tra cui quello del futuro. “E’ difficile che io resti al Milan“, ha dichiarato il centravanti, spegnendo i sogni dei tifosi rossoneri. Ibra, però, ha discusso anche di altri temi, tra cui quello relativo alla mancanza del pubblico dagli stadi dopo la ripresa.
Il centravanti in merito ha dichiarato: “E’ stranissimo non avere tifosi, soprattutto per me che sono abituato a non giocare con meno di 70mila persone. Il pubblico costituisce il 50% di un match, ti carica, ti fischia, cosa che mi piace, e ti emoziona. Quando esulto mi sento vivo, vedo il pubblico felice che prega il suo Dio“.
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Ibrahimovic: dal Monza all’erede, passando per Juve e Gazidis
Da tempo il nome di Ibrahimovic è accostato al Monza, società del presidente Paolo Berlusconi e con Adriano Galliani come amministratore delegato. Il club ha conquistato la promozione in Serie B e Zlatan, su un interesse della squadra allenata da Brocchi, ha svelato: “Mi ha chiamato Galliani e mi ha detto che se quello dove mi trovo adesso non è il mio vero Milan, posso trovare quello vecchio a 11km di distanza. Mi vuole al Monza“. Poi ha aggiunto: “Mi piace come lavora perchè un direttore sportivo deve fare questo. Quando mi portò per la prima volta in rossonero venne a casa mia in Svezia e non voleva andarsene fino a quando non avessi firmato. Mia moglie pensava fosse matto”.
Sulla discussione avuta con Gazidis ha aggiunto: “E’ uscito il 10% di quello che ci siamo veramente detti. Dovevamo parlare per me e per la squadra. Ci doveva essere un confronto faccia a faccia sulla situazione e il futuro”. Ibra ha poi ricordato del suo arrivo alla Juventus nel 2004 e dell’incontro con Fabio Capello, all’epoca allenatore dei bianconeri: “La mentalità era diversa da quella dell’Ajax. Ero uno dei tanti. La prima volta che vidi Capello entrai negli spogliatoi e gli diedi il buongiorno, lui stava leggendo la Gazzetta dello Sport e non mi rispose. Passarono 20 minuti, finì di leggerla dopo un caffè e se ne andò. Mi ha fatto sentire come se non fossi assolutamente nessuno”.
Un aneddoto anche sul primo incontro con Moggi: “Dopo l’allenamento dovevamo farci la doccia, ma erano otturate. Eravamo alla Sisport, vicino al vecchio Comunale e dovevamo pulirci insieme io, Trezeguet e altri due giocatori. Si allagò tutto. Vedo Moggi e gli dico che non era normale perchè eravamo alla Juve. Lui mi ha risposto che ero lì per vincere, non per stare bene. Questo l’ho portato con me, vincere è tutto”.
Infine, su un possibile giovane attaccante che possa diventare il suo erede ha concluso: “Ibrahimovic è l’attaccante più completo che c’è. Nessuno al momento è alto 1.96 con la potenza di Mike Tyson, le capacita di ballare di Muhammad Ali e la velocità di Bruce Lee. Non esiste!”
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