Sky dovrà pagare i 102 milioni di euro per la rata sui diritti tv della Serie A 2019/20. La pay tv avrà però ancora 40 giorni di tempo per presentare un’opposizione al decreto del Tribunale di Milano e altri 90 per un’eventuale udienza. I presupposti che si sono creati eviteranno la cancellazione della trasmissione in diretta dei match del campionato
Lo scorso 6 luglio la Lega Calcio ha ottenuto il decreto ingiuntivo dal Tribunale di Milano dopo il ricorso esposto nei confronti di Sky per il mancato pagamento della rata da 102 milioni da versare per i diritti televisivi della stagione 2019/20 di Serie A. La pay tv avrà comunque a disposizione 40 giorni di tempo per presentare un’eventuale opposizione e successivamente potranno trascorrerne altri 90 prima che venga decisa la data di un’ipotetica udienza.
Il decreto, dunque, non ha validità immediata ed è stato così scongiurato il rischio più grande: lo spegnimento del segnale con milioni di italiani impossibilitati a seguire le partite in diretta. Con i tempi dilatanti, spiega il Corriere della Sera, i tifosi possono tirare un sospiro di sollievo almeno per il momento. Anche dopo il 12 luglio, infatti, avranno la chance di seguire i match del campionato fino alla sua conclusione.
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Sky, la richiesta alla Lega per la Serie A
I problemi per Sky, però, non terminano qui. Nella giornata di ieri vi abbiamo riportato di un netto calo di spettatori per la televisione a pagamento. Sempre il Corriere della Sera riporta alcuni dati relativi a questa stagione: nell’undicesimo turno di Serie A gli spettatori per le sette partite che andarono in scena arrivarono a 6 milioni, mentre nello scorso weekend il picco è stato di 3 e mezzo, quasi l’esatta metà.
I numeri proseguono, perchè dalla 18.a alla 24.a giornata l’ascolto medio fu sempre pari a 6 milioni di telespettatori, sceso poi a 4 tra il 27° e il 30° turno. Un calo di due milioni e mezzo di spettatori che preoccupa Sky, speranzosa di trovare comunque un accordo con la Lega per il prossimo anno. L’iter giudiziario tra le parti si prolungherà almeno fino al termine del 2020 e l’auspicio della tv di Rogoredo è quello di riprendere i colloqui per ottenere uno sconto in vista del prossimo anno. Ma dalla sede di via Rosellini non trapelano notizie positive, anzi, il presidente Paolo Dal Pino non ha ancora escluso la possibilità di trasformare la Lega in una media company con l’idea di creare un canale autonomo per la trasmissione delle partite.
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