Sinisa Mihajlovic si gode il successo in rimonta del suo Bologna contro l’Inter di Antonio Conte. Juwara e Barrow rispondono a Lukaku. Pungente è anche l’allenatore serbo quando gli chiedono il segreto di questa inaspettata rimonta.
La rivincita di Mihajlovic, abbiamo sentito spesso questo termine accostato al serbo negli ultimi mesi. Stavolta, però, l’impresa l’ha fatta anche sul campo. Un successo, quello ottenuto contro l’Inter a San Siro, in cui c’è dentro tutto: carattere, rivalsa e spirito d’iniziativa. Proprio contro i nerazzurri, quelli che l’hanno visto protagonista come giocatore prima e come allenatore (solo agli inizi di carriera) poi: un passato recente legato a doppio filo con Milano – nerazzurra e in parte anche rossonera – che l’ha portato all’ennesima performance impeccabile al cospetto della Scala del Calcio.
Così, dopo il 2-1 rifilato alla squadra di Conte, Sinisa Mihajlovic si toglie qualche sassolino dalla scarpa ai microfoni di DAZN. In effetti ha vinto – in rimonta – una squadra sfavorita dal pronostico: il segreto alla base di questo inatteso ma auspicabile successo è soltanto uno. La motivazione. “Ho detto ai ragazzi che se facevamo un gol vincevamo, una cavolate per dargli coraggio. È capitato altre volte di subire gol all’inizio per poi scuoterci e carburare. Abbiamo tenuto bene fisicamente e mentalmente fino alla fine”.
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Poi l’ironia sulle scelte: “La formazione? Questione di c**o, come dice Berlusconi. Quando vinci sei un bravo ragazzo, quando perdi sei un testa di c***. Abbiamo avuto un pessimo inizio, ma poi ci siamo rifatti grazie alla costanza e ad una buona tecnica. L’importante è non perdere mai la fiducia nel gruppo”. Un collettivo che oggi ha supportato il proprio ‘comandante’ nel modo migliore trovando una rimonta insperata ma concreta. Proprio come quelle a cui Sinisa Mihajlovic ci ha abituato anche fuori dal campo. Qui l’ironia viene meno, ma c’è ancora tempo e spazio per un applauso.
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