Damiano Tommasi conclude in anticipo il suo terzo, e in ogni caso ultimo, mandato da presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. Il suo comunicato di addio
Damiano Tommasi non è più il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. L’annuncio nel corso del Consiglio direttivo. L’ormai ex numero 1 dell’AIC ha anticipato la fine del terzo mandato, che avrebbe dovuto concludersi a novembre. Centrocampista del Verona e della Roma, è entrato nel Consiglio direttivo nel 1999. Nel 2011, dopo 43 anni di storia, ha ereditato il testimone dal fondatore del sindacato calciatori, Sergio Campana, giocatore del Vicenza con studi in legge che era stato stimolato ad avviare il progetto da Gianni Rivera durante gli Europei del 1968.
Lascia, ha spiegato, perché all’Associazione serve recuperare unione. Non avrebbe comunque potuto ricandidarsi. Era infatti arrivato al limite dei tre mandati, che lui stesso aveva introdotto nello Statuto. “Avere un ‘limite’ è condizione essenziale per motivare e spingere a fare. Così è stato per me e sono contento di aver accelerato su tante iniziative. Questo mio ultimo mandato sarebbe dovuto terminare con le elezioni dello scorso 27 aprile. Purtroppo anche quelle sono finite in quarantena e abbiamo dovuto posticiparle“, ha detto nell’annunciare la fine anticipata della sua presidenza.
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L’unione, però, durante gli ultimi difficili mesi segnati dalla pandemia di coronavirus, non c’è stata. “E’ bene che non ci siano divergenze all’interno della cabina di comando in vista dei prossimi appuntamenti” ha aggiunto, “l’AIC non se lo può permettere in questo momento”.
Per il futuro, ha invitato a mettere al centro i calciatori e le calciatrici, e non le dinamiche interne dell’associazione. “Pensare troppo ad AIC rischia di far perdere unione, forza e indipendenza. Per qualcuno suonano come parole vuote ma sono valori vitali da difendere” ha concluso l’ormai ex presidente.
Il vicepresidente Umberto Calcagno assumerà le funzioni di presidente con il compito di convocare l’assemblea elettiva. Le elezioni federali dovrebbero essere in programma nel marzo del 2021. C’è già il primo nome, ma non è una sorpresa, per la successione. Si tratta di Marco Tardelli.
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