La Sicilia dà il via libera agli sport di contatto. Sull’isola si potrà tornare a giocare a calcetto: le nuove regole all’insegna della prudenza e della prevenzione. Dagli ingressi scaglionati all’utilizzo delle mascherine, fino alla sanificazione degli ambienti. Il protocollo per le strutture e i centri sportivi.
Il calcetto riparte, ma solo in Sicilia. La Regione, infatti, ha dato il via libera ai cosiddetti “sport di contatto”: pallacanestro, pallavolo, beachvolley e così via. La decisione è arrivata dall’assessore regionale per il turismo, lo sport e lo spettacolo in accordo con l’assessore regionale alla salute nelle personalità di Manlio Messina e Ruggero Razza. Divulgato, quindi, un decreto ad hoc che – si legge – mantiene la sua validità ed efficacia tenendo conto della situazione e dell’andamento epidemiologico nell’isola.
La Sicilia, dunque, fa da apripista rispetto al resto dell’Italia che per gli sport di contatto, a livello amatoriale, dovrà attendere almeno sino al prossimo 25 giugno. Anche se Spadafora, qualche giorno fa, ha raffreddato gli entusiasmi. Bisognerà capire quale sarà la decisione finale. Intanto l’isola cerca, a modo proprio, di fare scuola e di ripartire nel rispetto delle norme preventive.
A tal proposito, sono state messe a punto rigide regole per evitare rischi in nome della prevenzione. Innanzitutto si potrà entrare 15 minuti prima al campo – in relazione al calcetto ma la regola potrebbe valere anche per il basket o altri sport di squadra – rispetto alla prenotazione indicata per favorire gli ingressi scaglionati. Inoltre, all’arrivo presso le diverse strutture ci sarà una – ed una sola – persona preposta a raccogliere i soldi di coloro che vorranno usufruire dei campi specifici per qualche ora. Prima dell’ingresso in ogni struttura, ciascun membro è obbligato a presentare un modulo con le proprie generalità, sottoscrizione autografa, che indichi il proprio stato di salute.
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Inoltre è obbligatorio l’uso di mascherina sia fuori che a bordo campo: ausilio che andrà tenuto fino all’uscita dagli impianti. È obbligatoria anche l’igienizzazione delle mani che verrà consentita anche a bordo campo con appositi spazi che permettano tale procedura con fazzoletti monouso e soluzioni igienizzanti a base alcolica. Gli ambienti devono essere sanificati spesso e ad intervalli regolari dopo ogni prestazione, da qui l’esigenza di chiudere le strutture all’1.30. Cosicché l’ultima mezz’ora sia riservata alla sanificazione integrale degli ambienti. Infine spetta alle singole strutture creare luoghi appositi ed alternativi, percorsi dedicati all’entrata ed uscita onde evitare eventuali assembramenti e punti di contatto.
Divieto assoluto, invece, per ciascuno sportivo di sedersi o sdraiarsi mentre il gioco è fermo. Niente soste nei luoghi di passaggio (casse, corridoi) e sul campo. Abolito, momentaneamente, il defaticamento alla vecchia maniera, quindi. Per garantire tutto questo i controlli dovranno essere intensificati da gestori e proprietari che provvederanno ad incrementare il personale specializzato affinché non sfuggano potenziali trasgressori. Tutto è pronto a ripartire, ma con la dovuta responsabilità e attenzione. Allora, palla al centro e si ricomincia. O perlomeno ci si prova.
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