Il regolamento di Juventus-Napoli, finale dell’edizione numero 73 della Coppa Italia. Che succede in caso di parità al termine dei tempi regolamentari
Allo Stadio Olimpico, Juventus e Napoli si sfidano per il titolo dell’edizione numero 73 della Coppa Italia che per la finale ha acquisito il title sponsor Coca Cola.
Si gioca in gara unica, in campo neutro. La Lega Serie A, nel comunicato numero 235 dello scorso 10 giugno, ha approvato la modifica al regolamento per la fase conclusiva del torneo. Anche per la finale, si legge, “risultando pari il numero di reti segnate, l’arbitro provvede a far battere i calci di rigore” con le modalità previste. Dunque, vale anche per Juventus-Napoli la novità introdotta prima delle semifinali. Anche se in Juventus-Milan e Napoli-Inter la vincitrice della semifinale è risultata comunque già determinata al 90′, senza richiedere l’appendice dei calci di rigore.
Juventus e Napoli, che non saranno impegnate nei recuperi della venticinquesima giornata nel prossimo fine settimana, avranno tempo per recuperare. In ogni caso, oltre alle cinque sostituzioni in un massimo di tre finestre, sapere di non dover disputare i supplementari può rappresentare un innegabile vantaggio dopo tre mesi di pausa forzata per il coronavirus.
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Sono sei le edizioni della Coppa Italia decise ai calci di rigore. Nel 1971, non è prevista una finale ma un girone all’italiana. Torino e Milan chiudono a pari punti e devono giocare uno spareggio a Genova, fermo sullo 0-0 dopo i supplementari. Si va ai rigori: allora uno stesso tiratore poteva calciare anche più volte. Di fatto è sfida a due. Sergio Maddè del Torino li segna tutti e cinque, Gianni Rivera solo tre per il Milan. I rossoneri tre anni dopo batteranno la Juventus in finale in gara unica a Roma, 6-3 ai rigori con il portiere Vecchi protagonista: ne para due, a Bettega e Anastasi.
Servono i tiri dal dischetto anche l’anno successivo, sempre all’Olimpico, tra Bologna e Palermo, che allora gioca in Serie B e sogna il titolo fino al 90′ quando l’arbitro Sergio Gonella assegna un contestato rigore agli emiliani. Segna Savoldi che prolunga la finale, che i rossoblù vinceranno proprio ai rigori. Decisivi gli errori di Salvatore Vullo e di Erminio Favalli.
Nel 1980 e nel 1981, la Roma piega due volte in finale il Torino, sempre ai rigori. La prima si gioca in gara unica, l’ultima prima del 2008. La seconda no, con partite di andata e ritorno. Il protagonista è sempre lo stesso, il portiere giallorosso Franco Tancredi, che ipnotizza Greco e Pecci nella finale del 1980. E l’anno successivo, al termine della finale di ritorno disputata proprio il 17 giugno, para i rigori ancora di Pecci e di Graziani, suo futuro compagno di squadra.
L’ultima finale ai rigori, nel 2009, l’ha vinta la Lazio contro la Sampdoria. E’ il primo trionfo dell’era Lotito.
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