Domani riparte la stagione del calcio con il ritorno della semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Milan.
Sabato l’altra semifinale tra Napoli e Inter, il 17 giugno a Roma l’ultimo atto. Questo, playoff, playout, algoritmo, scudetto e Sarri, sono alcuni argomenti trattati in ESCLUSIVA ai microfoni di CalcioToday.it da Gigi Delneri, ex tecnico di tante squadre, tra le quali la Juventus.
Domani si torna a giocare dopo il lungo stop per l’emergenza Coronavirus. Sensazioni?
“Giusto così. Ovviamente bisogna rispettare le regole legate al protocollo. Il contatto c’è nel calcio, forse bisognava adottare il modello tedesco nel caso in cui risultasse positivo un elemento del gruppo squadra”.
Concorda con i due piani alternativi decisi dalla Figc in caso di nuovo blocco, playoff e playout, in caso estremo algoritmo?
“No, li vedo come palliativi necessari solo a definire la classifica. Concordo nel non assegnare lo scudetto nel caso si ricorresse all’algoritmo. L’auspicio è che si possa chiudere regolarmente”.
Si riparte con la Coppa Italia. Domani Juventus-Milan, sabato Napoli-Inter. Chi andrà in finale?
“In una gara secca tutto può succedere, ma i bianconeri sono favoriti, anche in virtù dell’1 a 1 esterno. Per quanto riguarda l’altra semifinale prevedo un match avvincente: il Napoli prima della sosta aveva trovato il suo equilibrio, l’Inter deve rimontare il gol subito a San Siro”.
In chiave scudetto chi ha i favori del pronostico?
“Con le 5 sostituzioni è favorita la squadra con la migliore panchina, quindi la Juventus. Però non sappiamo come stanno le squadre dopo il lungo stop. La Lazio è la principale rivale dei bianconeri, ma può rientrare anche l’Inter. Senza pubblico salta il fattore campo”.
In casa Juventus resta aperto il dibattito su Sarri, in particolare rispetto alla mancanza del gioco. Alla Juve è importante o contano solo i risultati?
“Guardando l’esperienza di Allegri non bastano i risultati. Il tecnico livornese è stato mandato via dopo aver vinto 5 scudetti. Sarri ha una precisa idea di calcio e non la cambierà perché ci crede fortemente, questo è il suo punto di forza. Sono convinto che riuscirà ad imporsi e farà felici i tifosi della Juventus. Comunque è in corsa per tutti gli obiettivi”.
Se non dovesse vincere nulla rischierebbe l’esonero?
“La panchina di ogni allenatore scotta. Credo che la dirigenza abbia ponderato bene la scelta e sappia che l’allenatore necessita di tempo per trasferire le sue idee ai giocatori”.
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Lei ha allenato la Juventus nella stagione 2010/2011, in una fase particolare della società. Ha qualche rimpianto?
“No. Agli inizi di dicembre eravamo secondi, poi abbiamo buttato via qualche partita. Abbiamo faticato con le squadre medie e fatto bene con le grandi, chiudendo al settimo posto. Il rimpianto forse può essere quello di non aver avuto continuità, poteva andare meglio. La società giustamente ha cambiato”.
Nella sua biografia Chiellini ha definito Felipe Melo una mela marcia. Lei li ha avuti entrambi, può confermare?
“Melo non aveva mai paura di dire ciò che pensava, stesso discorso per Chiellini. Avevano entrambi una forte personalità ed è normale che ogni tanto scoppiasse qualche scaramuccia tra di loro. Quando le idee non collimavano c’erano questi attriti. Erano scontri di caratterialità”.
Chiellini ha anche detto che lei era un integralista della zona. Cosa risponde?
“Non mi ritengo un integralista. L’unica cosa che non cambierei mai è la difesa a 4, mi dà più sicurezza e copertura. Così le mie squadre lavorano meglio. Per il resto ho dimostrato di adottare soluzioni diverse negli altri reparti. Comunque i numeri non contano, l’importante è il modo con cui viene interpretato un modulo, l’organizzazione e ovviamente la qualità dei giocatori. Non esiste uno schema vincente”.
Anche la sua esperienza alla Roma è stata negativa…
“Era un anno di rinnovamenti. Andarono via Samuel e Emerson. Avevo un ottimo rapporto con la famiglia Sensi. Alla fine furono quattro gli allenatori in quella stagione. Io andai via con la squadra sesta, non ultima”.
Lei non allena dal 2017. Sappiamo che è stato contattato da diversi club. Ci può dire quali?
“Nel corso del campionato sono stato cercato da diverse società, ma non dico quali per rispetto”.
Futuro?
“Sono in attesa, ma voglio prendere una squadra all’inizio della stagione”.
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