La Liga spagnola vorrebbe riportare i tifosi negli stadi, anche se solo in alcune città e in altre no, in base ai contagi. Il premier spagnolo Sanchez, però, non vuole disparità
La Spagna vuole riportare i tifosi negli stadi. Il presidente della Liga Javier Tebas, evidentemente soddisfatto della ripresa del campionato fissata per l’undici giugno con il derby di Siviglia, ha affrontato la questione della possibile riapertura degli impianti.
Nell’intervista al programma Vamos El Partidazo de Movistar, parzialmente anticipata dal quotidiano As, Tebas ha parlato anche del suo piano per riportare i sostenitori in tribuna. Il presidente vorrebbe infatti assecondare le chances di riapertura che si possono registrare nelle regioni con la situazione sanitaria maggiormente sotto controllo. “Se i tifosi potranno tornare in alcune città e in altre no, per me non è un problema” ha detto, “ma questa è solo la mia opinione“.
Diversa, invece, quella del premier spagnolo Pedro Sanchez. Dal suo punto di vista riaprire gli stadi per alcune squadre e per altre no risulta non solo un fattore che potrebbe alterare l’equilibrio competitivo del campionato. “E’ una questione di giustizia” ha detto Sanchez.
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Tifosi allo stadio, il premier Sanchez: “Niente disparità”
“Non ci possono essere partite con i tifosi sulle tribune e partite ancora a porte chiuse, non ci devono essere disparità” ha aggiunto dopo la video-conferenza con i leader delle varie regioni in cui ha invitato le società e i rappresentanti delle comunità autonome al buonsenso.
“Stiamo lavorando con tutto il mondo dello sport per pianificare la ripartenza delle varie discipline“, ha aggiunto Sanchez. Il calcio ha accelerato, ha spinto per ripartire, come segnale simbolico e come valore economico per la nazione. Anche l’individuazione di una partita appassionante come il derby di Siviglia per ripartire, non è indifferente nell’affermazione dell’identità locale e globale della Liga. Ma le asimmetrie nel fattore campo potrebbero cambiare le sorti del campionato.
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