La durata e i modi della quarantena, secondo Walter Ricciardi, membro del consiglio governativo, non cambieranno nel protocollo della Serie A.
La Serie A vede sempre più vicino la data della ripartenza, ma si continua a interrogare sulla conclusione. Molti protagonisti del calcio e addetti ai lavori, come ha rimarcato la prima pagina odierna del “Corriere dello Sport”, sono preoccupati da una nuova sospensione della stagione. Un’eventualità possibile considerando il protocollo medico-scientifico a cui le squadre devono sottostare. Tra i punti più “critici” c’è ovviamente il nodo della quarantena nel caso si riscontri un caso positivo di Covid-19.
Le attuali norme prevedono due settimane di isolamento per tutti i membri del club interessato, che resterebbero in ritiro ad allenarsi ma non potranno scendere in campo. Un rischio enorme per il regolare svolgimento del campionato, che ha incastrato dodici giornate più i recuperi in tempi strettissimi. Non ci sarebbe spazio per recuperare eventuali partite, avendo già fatto i salti mortali per riprogrammare un calendario totalmente stravolto.
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Serie A, Ricciardi categorico: “Il protocollo non cambia”
A questo proposito una modifica della disposizione governativa (riducendo i giorni di isolamento magari a una settimana) sarebbe una grande notizia per la Serie A. Il problema è che finora non sono arrivati segnali positivi, l’ultimo da Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza per l’emergenza sanitaria: “Non si può accorciare i tempi della quarantena. Stiamo lavorando su una soluzione alternativa, ma la norma non cambierà”.
Una norma diversa dagli altri campionati europei come la Bundesliga e la Premier League che, in caso di positività, allontanano soltanto il contagiato mentre il resto della squadra, dopo accurati e specifici esami, potrà continuare a giocare. Una soluzione che non convince il governo italiano e lo stesso Ricciardi: “Il periodo d’incubazione del virus può durare anche oltre i 14 giorni. Gli inglesi non sono un esempio da seguire: hanno sbagliato tutto in questa pandemia; i tedeschi invece hanno avuto numeri molto inferiori ai nostri. Noi non dobbiamo correre, serve accortezza perché ci sono rischi anche giocando a porte chiuse”. Insomma il campionato italiano continuerà a rimanere in bilico.
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