L’incontro di ieri tra il Ministro per lo Sport Spadafora e i vertici del calcio ha sancito la ripresa della stagione. Resta il nodo legato alla quarantena. Il parere di Stefano Tacconi
Dal 13 al 17 giugno è prevista la conclusione della Coppa Italia, dal 20 riparte la Serie A. Di questo ha parlato in ESCLUSIVA a CalcioToday.it l’ex portiere della Juventus e della Nazionale. Tacconi ha espresso anche il suo pensiero sui possibili playoff, sulla lotta scudetto e sulla strage dell’Heysel.
Finalmente è arrivato il via libera per la ripresa della stagione calcistica. Contento?
“Sì. Credo sia giusto ripartire anche per dare una sterzata ad un periodo brutto che ormai dura da tre mesi. Si torna ad un sorta di normalità”.
L’unico dubbio riguarda la parte di protocollo in cui si prevede una quarantena di 14 giorni in caso di positività di un solo elemento. Così si rischia di bloccare nuovamente tutto…
“Io sono sempre più convinto che si sia esagerato con le misure restrittive legate a questo virus. Credo non si bloccherà nulla”.
Come piano B in caso di nuovo stop, la Federcalcio prevede i playoff e playout. Secondo lei sarebbe una soluzione giusta?
“Intanto ripartiamo. In ogni caso, qualunque decisione verrà presa ci saranno degli scontenti.. Chi sta davanti con tanti punti di vantaggio ovviamente non sarebbe d’accordo, chi insegue invece li vedrebbe come un’occasione. Ripeto, comunque vada, qualcuno avrà da lamentarsi. Qualcuno sicuramente non vorrebbe riprendere, ma bisogna attenersi alle decisioni”.
Nell’ipotesi più estrema di dover bloccare tutto, la classifica sarebbe cristallizzata. Lei assegnerebbe lo scudetto?
“Sì, lo assegnerei. Anche in questo caso ci sarebbero club scontenti”.
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La Juventus di Sarri resta favorita per la corsa al titolo?
“E’ normale che Juve e Lazio sulla carta sono quelle più avvantaggiate, ma bisogna vedere come stanno fisicamente e psicologicamente dopo questo stop. Ci sono diversi fattori da considerare”.
L’Inter può rientrare nella lotta?
“Dipende anche da come interpreterà questa ripartenza. Bisogna aspettare le prime gare per avere un’idea più chiara”.
Oggi c’è la ricorrenza della strage dell’Heysel. Il bilancio fu di 39 morti e oltre 600 feriti. Quella sera lei era in campo. Qual è la sua sensazione a distanza di 35 anni?
“Intanto è importante che venga ricordata ogni anno. C’è tanta rabbia per una Coppa che non abbiamo potuto festeggiare per colpa dei soliti imbecilli. Abbiamo fatto bene a giocare per evitare il peggio”.
Qualcuno la definisce Coppa insanguinata. Lei la sente sua?
“L’importante è parlarne per rispetto delle persone. Quanto alle definizioni, lascio ad altri il delirio di parlare come vogliono”.
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