Serie A, la sospensione del campionato pesa sul settore delle scommesse sportive. Il betting exchange a forte rischio per il prelievo dello 0,5% previsto dal Decreto Rilancio
Il calcio italiano ha varato la tassa sulle scommesse per potersi risollevare. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze punta a raccogliere così fino a 40 milioni di euro nel 2020 e altri 50 nel 2021. Il governo, nel Decreto Rilancio, ha previsto la costituzione di un fondo rappresentato dallo 0,5% del fatturato delle scommesse sportive.
La sospensione degli eventi sportivi ha comportato perdite per quasi 100 milioni di euro tra marzo e aprile,e un contemporaneo incremento dei ricavi del poker online. Studi di settore registrano un crollo delle giocate pari all’88.7% durante il lockdown rispetto al mese di febbraio, l’ultimo prima della quarantena obbligatoria.
Secondo la Lega Operatori di Gioco su canale online (LOGiCO), la tassa è una proposta inopportuna, economicamente insostenibile e non si giustifica nemmeno con il desiderio di contrastare il fenomeno delle partite “truccate”.
Peraltro, la Lega Serie A aveva anche ipotizzato di eliminare il divieto per le squadre di fare pubblicità alle società di scommesse. Il divieto, che fa parte del Decreto Dignità, costa alle società oltre 100 milioni di euro di mancati ricavi, ha sottolineato a marzo l’ad della Lega Luigi De Siervo. Ma il divieto è rimasto in vigore.
Leggi anche – Serie A, scommesse in soccorso del calcio: i punti del Decreto Rilancio
Serie A, gli effetti del prelievo sul betting exchange
Come riferisce il Sole 24 Ore, infatti, il prelievo potrebbe penalizzare maggiormente i siti di betting exchange, in cui il giocatore può trasformarsi anche nel banco. Ogni cento euro giocati, il guadagno medio delle società di betting exchange guadagnano 55 centesimi.
Con il nuovo prelievo istituito per sostenere il mondo del calcio in crisi, costretto a ricorrere alla cassa integrazione in deroga per ingaggi sotto i 50 mila euro annui, il prelievo dello Stato raggiungerebbe i 61 centesimi ogni cento euro di puntate. Superando così i guadagni. Gli operatori andrebbero così in perdita.
Scontenti anche gli esercenti e i titolari delle agenzie di scommesse. Fino al 14 giugno, infatti, restano vietati Lotto, Super Enalotto, scommesse sportive. I titolari delle agenzie lamentano anche il ritardo con cui si va definendo il protocollo per la riapertura, che potrebbe replicare quanto previsto per altri esercizi commerciali all’inizio della fase 2.
La crisi dovuta al lockdown sta mettendo in ginocchio un settore che dà lavoro a oltre seimila persone in circa 1700 imprese. Per rispondere al blocco e alla riduzione degli eventi sportivi, molti bookmakers hanno messo a disposizione piattaforme certificate per giocare gioco online. Le piattaforme sono autorizzate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), che ha stimato in sei-nove mesi il periodo di tempo necessario per tornare a un volume di giocate accettabile per i bookmaker.
Leggi anche – Serie A, scommesse in crisi: la mossa del Governo scatena la protesta