Il presidente dei medici di calcio italiani, Enrico Castellacci, ai microfoni di Radio Capital, è apparso piuttosto scettico sul nuovo protocollo sanitario, dicendosi pessimista sulla possibilità di portare a termine il campionato
La Serie A si prepara a vivere una giornata decisiva. Nel tardo pomeriggio di domani, infatti, ci sarà un importane incontro tra il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, e i presidenti di Figc e Lega Calcio, Gabriele Gravina e Paolo Dal Pino. Il tema caldo sarà la possibile ripresa del campionato italiano. Domenica scorsa, con 24 ore d’anticipo, la Federcalcio ha inviato a Spadafora il nuovo protocollo sanitario che dovrà essere adottato in caso di ritorno in campo. L’impressione è che a preoccupare non sia tanto la possibile ripresa del campionato (data quasi per certa), bensì le reali possibilità di portarlo a termine.
Nel nuovo documento varato dalla Figc, infatti, per quanto concerne gli aspetti strettamente sanitari, si fa esplicito richiamo al ‘protocollo allenamenti’. Ciò vuol dire che, qualora dovesse emergere un nuovo positivo, oltre al diretto interessato, dovrà rispettare 14 giorni di quarantena anche il resto del ‘Gruppo squadra’ (compagni, membri dello staff ecc…). Una soluzione, questa, che potrebbe mettere a rischio la conclusione del campionato.
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Dello stesso avviso è anche il responsabile dello staff medico della Nazionale italiana, nonché presidente dei medici di calcio italiani, Enrico Castellacci. “Sulla ripresa del campionato, forse, potrei anche scommettere, ma sulla sua conclusione, da medico e da persona molto attaccata al calcio, ho qualche dubbio: una positività può arrivare e allora, con la norma dei 14 giorni, la vedrei come la fine del campionato”, ha dichiarato Castellacci ai microfoni di Radio Capital.
Nei giorni scorsi si è vociferato che, più in là, qualora la curva dei contagi lo avesse permesso, si sarebbe potuto pensare di adottare misure più soft, riducendo, in caso di nuova positività, il periodo di isolamento fiduciario da 14 a 7 giorni. Ieri sera, però, è arrivata la secca opposizione del Cts. A tal proposito, Castellacci ha detto: “Usare prudenza, come si fa qui da noi, è giusto: cercare comunque di avere quella flessibilità che permetta di iniziare, ma anche finire, il campionato sarebbe altrettanto giusto”.
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