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Calcio

Serie A, ESCLUSIVO Tavecchio: “Spadafora basta alibi. Malagò discrimina il calcio. Su Conte…”

La Figc ha presentato al Governo il protocollo cui giocatori e staff devono attenersi durante il campionato. Le ipotesi di ripartenza sono 13 o 20 giugno

Carlo Tavecchio favorevole alla ripresa del calcio (Getty Images)

Giovedì sarà il giorno decisivo per sapere se e quando ci sarà la ripresa della Serie A, con l’incontro tra il Ministro per lo Sport Spadafora e i presidenti di Figc e Lega Calcio Gravina e Dal Pino. Di questo e altro ha parlato in ESCLUSIVA ai microfoni di CalcioToday.it l’ex presidente federale Carlo Tavecchio

In attesa del vertice in programma tra tre giorni, il Ministro Spadafora ha aperto ulteriormente alla ripresa. Cosa ne pensa?

“Tranne qualche campionato, è ripartita mezza Europa. Ormai dovremmo esserci, anche se credo siano esagerate le restrizioni contenute nel protocollo, secondo me irricevibili per Serie B e Lega Pro. Se il campionato non riparte non arrivano i soldi dei diritti televisivi e crolla tutto il sistema”.

Spadafora fino a qualche settimana fa ha contestato il calcio, negli ultimi giorni le sue dichiarazioni sembrano di diverso tenore, ipotizzando i gol in chiaro. Il presidente del Coni Malagò sottolinea spesso con un pizzico di polemica, la diversità di questo sport rispetto ad altri…

“Il Ministro non può fare a meno di cambiare idea, anche se in lui non vedo lo slancio necessario in questa situazione. Comunque ora non ha più alibi e deve dare il via libera. Rispetto al Coni, recentemente ha sempre discriminato il calcio, togliendogli risorse e mettendolo in difficoltà. Quando io assunsi la presidenza della Figc il mio predecessore Abete prendeva 70 milioni, quando andai via eravamo scesi a 35. Malagò considera la Figc alla stregua della federazione del tiro al volo, non tiene conto che il calcio versa ogni anno nelle casse dello Stato tasse per un 1,2 milioni di euro. Quando l’Italia non si qualificò per i Mondiali del 2018 fu il primo a chiedere le mie dimissioni”.  

Come giudica l’operato di Gravina?

“Si sta comportando bene, insistendo giustamente affinché riparta il calcio, soprattutto la  Serie A”.

Il Consiglio federale ha deciso di chiudere regolarmente il campionato, ma come piano B ha ipotizzato i playoff, verso i quali c’è il no dei club. Concorda?

“Anch’io sceglierei di finire regolarmente. Sono contrario ai playoff, ma se fossero l’unica strada possibile per chiudere la stagione, alla fine accetterei”.

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Serie A, ESCLUSIVO Tavecchio su scudetto, Conte e riforme

Conte è il rimpianto dell’ex presidente della Figc Tavecchio (Getty Images)

Se si dovesse bloccare il campionato, assegnerebbe lo scudetto?

“No. Sportivamente non sarebbe giusto”.

Questa emergenza è l’occasione per fare le riforme?

“Sì, è il momento buono. Ora o mai più. Intanto c’è bisogno della riduzione dei  club professionistici, io la proposi nel 2014, ma non si fece nulla. I campionati minori sono rimasti in grande sofferenza e con questa tragedia legata al virus la situazione è diventata economicamente insostenibile. Io prevedo tante mancate iscrizioni ai campionati. Secondo me nei tornei professionistici non possono esserci più di 60 squadre. Per quanto riguarda il mondo dilettantistico, se gli enti locali non daranno un aiuto sarà un’ecatombe”.

Ha qualche rimpianto rispetto al suo periodo di presidenza federale?

“L’unico rimpianto è di non aver speso ulteriori soldi per confermare Conte. Ma era un’operazione troppo esosa, l’ex ct andò al Chelsea percependo il doppio dei 4 milioni annui che prendeva da noi. Opzionai Capello, ma l’affare non andò in porto sempre per questioni economiche, raggiunsi un accordo con Donadoni, ma in quel caso il suo club non lo liberò. Alla fine Presi Ventura che secondo me fu anche sfortunato. Io credo di aver fatto un buon lavoro in Federcalcio”.

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Giampietro Quintiliano

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