Cesc Fabregas, in un’intervista per il canale Youtube dell’ex difensore del Manchester United Rio Ferdinand, ha svelato cosa gli ha detto Jose Mourinho per convincerlo a lasciare il Barcellona e unirsi al Chelsea
Cesc Fabregas ha svelato cosa gli ha detto Jose Mourinho per convincerlo a cambiare i suoi piani e firmare per il Chelsea nell’estate 2014. L’ha fatto nel corso di un’intervista per il canale Youtube di Rio Ferdinand, ex difensore e bandiera del Manchester United.
Il centrocampista spagnolo aveva lasciato l’Arsenal nel 2011. Aveva deciso di tornare a casa, a Barcellona. Uno dei talenti usciti dalla Masia, la celebre cantera dei blaugrana, nelle successive tre stagioni Fabregas ha conquistato una Liga, una Copa del Rey, il Mondiale per club e la Supercoppa europea. Ma nell’ultimo periodo gioca sempre meno, così inizia a meditare di tornare in Premier League. In molti lo immaginano in versione figliol prodigo, pronto a riabbracciare Arséne Wenger ai Gunners. L’Arsenal conserva infatti un’opzione per riacquistarlo. Ma non andrà così.
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Fabregas rivela: “Perché scelsi il Chelsea e Mourinho”
Fabregas sceglie lo Special One e il Chelsea. Al primo anno, vince subito la Premier League e la Coppa di Lega, per poi aggiungere un secondo titolo in campionato con i Blues durante la gestione di Antonio Conte nel 2017.
“Mourinho aveva solo un sistema di gioco, sempre lo stesso” ha spiegato Fabregas a Ferdinand, “però sapeva scegliere i giocatori giusti da inserire“. Quando si incontrano per la prima volta, racconta il centrocampista spagnolo, “ha disegnato la squadra su un foglio di carta. Poi mi disse: prenderò Diego Costa. Se vieni anche tu, vinceremo il campionato“. La storia gli avrebbe dato pienamente ragione.
Mourinho, ha aggiunto Fabregas, “è un grande allenatore per grandi giocatori. Nessuno ha giocato con la mia mente meglio di lui“. Ha ricordato anche un dettaglio sulle strategie di comunicazione dello Special One. In un periodo positivo, in cui la squadra stava giocando bene, ha detto, “ci scriveva che stavamo giocando bene, che eravamo forti. Poi magari all’improvviso aggiungeva: però oggi hai fatto schifo“. Un modo aggressivo di stimolare i giocatori, familiare a chi ha guardato le dieci puntate di The Last Dance, la serie Netflix su Michael Jordan, certo non per tutti.
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