Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma e membro della commissione medica della FIGC, ha spiegato a Radio Punto Nuovo la sua posizione sulla ripresa della Serie A e sull’isolamento di squadra in presenza di un positivo al covid-19
“Non ha senso iniziare il campionato per poi rischiare di fermarsi di nuovo per una positività“. Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma e componente della commissione medica della Figc, ha parlato a Radio Punto Nuovo delle prospettive di ripresa della Serie A. Ha spiegato che preferirebbe differire ancora un po’ il nuovo inizio della stagione, e ha mostrato evidenti dubbi sull’isolamento per tutta la squadra in presenza di un elemento positivo al covid-19.
Per Vaia, una data plausibile per iniziare il campionato sarebbe il 20 giugno, e non il 13, in modo da avere davanti due periodi completi di due settimane in cui poter valutare i dati. Se non dovesse succedere niente in questo mese, spiega, “avremmo una possibilità molto concreta di far ripartire il campionato“, sempre rispettando le regole in materia di controlli e di distanziamento già contenute nel protocollo stilato dal Comitato tecnico scientifico della FIGC.
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Vaia: “Inutile iniziare la Serie A se poi si blocca tutta la squadra”
Far partire il campionato “sapendo che, se si contagia un calciatore, si blocca tutta la squadra, è dannoso” dichiara Vaia. Il protocollo, anche dopo le modifiche, prevede che in presenza di un calciatore o di un componente dello staff positivo al covid-19, la squadra può continuare ad allenarsi ma non a disputare partite per un periodo di due settimane.
Parlando a titolo personale, Vaia si dice convinto che alla fine sarà il buon senso a prevalere. Da qui alla ripresa della stagione, dice, la curva dei contagi continuerà a scendere. “La decisione è un atto politico, non tecnico” sottolinea. Anche se, avverte, il calcio non deve apparire un settore privilegiato rispetto agli altri. Quindi, all’inizio, si riprenderà a porte chiuse perché c’è ancora bisogno della massima attenzione. E la scienza, conclude, “deve essere neutra, e non farsi tirare la giacca da questo o da quell’altro lato”.
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