Damiano Tommasi mostra tutta la sua delusione per quanto disposto dal Consiglio Federale in merito alle procedure da rispettare per l’iscrizione al prossimo campionato
Nel pomeriggio di mercoledì, 20 maggio, a Roma si è tenuto il Consiglio Federale della FIGC. Un incontro dal quale sono emerse novità importanti. La prima è che la Federcalcio ha ribadito la volontà di portare a termine le competizioni nazionali professionistiche, fissando come nuova deadline il 20 agosto. Serie A, Serie B e Lega Pro, dunque, dovranno essere concluse entro tale data. La seconda ha riguardato le possibili soluzioni da adottare in caso di nuovo stop. Come anticipato qualche giorno fa dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, l’ipotesi playoff/playout non è ancora tramontata.
Qualora il campionato venisse nuovamente sospeso, e non fosse più possibile trovare le 13 finestre utili per concludere la stagione, la Federcalcio tornerebbe a valutare l’ipotesi playoff/playout. In caso di stop definitivo, invece, sarà necessario definire le classifiche finali, “applicando oggettivi coefficienti correttivi” che tengano conto, per esempio, del numero effettivo delle partite sostenute. Previste, poi, sia le retrocessioni che le promozioni.
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Nella nota pubblicata dalla FIGC, c’è un passaggio dedicato anche alle misure da rispettare per l’iscrizione al prossimo campionato. Nel comunicato si legge che, per essere ammesse, le società dovranno “assolvere al pagamento degli emolumenti (netti) e degli altri compensi scaduti al 31 maggio 2020, intendendosi come tali quelli che, anche sulla scorta dei vari accordi modificativi e novativi eventualmente ratificati dalla Lega, sono effettivamente scaduti a detta data”. Poi, la FIGC ha aggiunto che si terrà comunque conto “degli eventuali contenziosi che dovessero insorgere per il periodo di sospensione delle attività (marzo/aprile)”.
Parole, queste, che hanno mandato su tutte le furie il presidente dell’AIC, Damiano Tommasi: “Sapete che cosa significa? Che siamo stati in campo fino al 15 marzo, che i calciatori hanno lavorato con il preparatore atletico per tutto il lockdown e ora tu puoi pure non retribuirli”. Poi, l’ex centrocampista della Roma ha messo in guardia i calciatori, aggiungendo che nel caso in cui questi avessero intenzione di fare causa alle società, rischierebbero di non essere pagati fino ad agosto.
Tommasi si è detto “deluso e preoccupato” perché “si prendono delle decisioni con mascherine e call conference, e poi si mandano in campo gli altri. Cioè i calciatori. Ed ecco come sono ripagati”.
Poi il duro attacco agli imprenditori del calcio: “Chiedono i soldi a tutti – Uefa, Fifa, governo– per non pagare i calciatori… E noi dovremmo essere contenti? Domani ci vedremo, analizzeremo la situazione. Sono veramente deluso e preoccupato per come vanno le cose in questa Federazione e in questo calcio”.
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