Serie A. Luca Richeldi, presidente della Società italiana di pneumologia e membro del Comitato tecnico scientifico, a Radio Radio si mostra prudente sulla ripresa
La Serie A convive con l’incertezza. Non si sa quando le squadre potranno riprendere gli allenamenti collettivi e ancor meno quando si potrà tornare a giocare. Il futuro della stagione riserva al momento più domande che risposte. La data del 13 giugno, proposta come il giorno del nuovo inizio della Serie A, rischia di slittare ancora.
Luca Richeldi, presidente della Società italiana di pneumologia, fa parte del Comitato tecnico scientifico che deve approvare il protocollo della ripresa, con le ultime integrazioni presentate dalla Figc. In un’intervista a Radio Radio, ha spiegato i motivi della sua perplessità su una tempistica così ravvicinata. L’interesse del Cts, dice, “è di far ripartire il calcio, un’attività importante a livello economico e sociale, con il minimo del rischio“. Richeldi, che specifica di parlare a titolo personale, preferirebbe che la situazione dei contagi fosse maggiormente sotto controllo prima di dare il via libera alla ripresa della stagione. Se fosse per lui, con il livello di rischio attuale, la Serie A non ricomincerebbe.
A breve, aggiunge, il Cts darà il suo parere sull’ultima versione del protocollo, attesa questa settimana. “Perché una qualsiasi attività riparta, ci deve essere un rischio calcolato, ma minimo. L’Italia è sulla strada giusta, ma non abbiamo ancora raggiunto questo traguardo” ha detto.
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I nodi centrali restano l’obbligo di ritiro per le squadre, che in qualche caso devono affittare alberghi per obbedire alla norma e lasciano al capo dello staff medico la responsabilità della sicurezza dal punto di vista sanitario, e la quarantena per tutti in presenza di un caso positivo.
Difficile anche prevedere come cambieranno, e se cambieranno, i rapporti tra calciatori e società alla ripresa del campionato. In Inghilterra, per esempio, rappresentanti di club di Premier League, rimasti anonimi, hanno parlato di multe ai giocatori se si rifiuteranno di allenarsi quando il campionato ripartirà.
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