La ripartenza del calcio resta in dubbio. La maggioranza dei club di Serie A e l’Aic chiedono un protocollo meno rigido
Tre sono le modifiche chieste dalle società. In primis niente quarantena per tutto il gruppo in caso di positività di un soggetto, no ai ritiri e alla responsabilità penale dei medici. Su questo argomento è intervenuto in ESCLUSIVA a CalcioToday.it Federico Agliardi, portiere del Cesena e consigliere dell’Assocalciatori
La ripartenza del calcio sembra complicata a causa del protocollo. Cosa nel pensa?
“Situazione difficile. La salite viene prima di tutto, ma è altrettanto vero che bisogna tornare il prima possibile ad una normalità. Noi giocatori abbiamo voglia di metterci in campo, ma dobbiamo risolvere i problemi. Sono in difficoltà. Non è facile tornare in campo sereni”.
I problemi legati al protocollo sono noti. Dal ritiro non gradito da voi giocatori, all’isolamento collettivo in caso di positività di un elemento, fino alla responsabilità penale dei medici. Oltre ai club, anche il presidente dell’Aic Tommasi ha ribadito le criticità…
“Quindici giorni di ritiro si potrebbero anche fare, ma per un fine, cioè quello di riprendere il campionato. Inoltre, se dovesse esserci un positivo, isolare l’intero gruppo significherebbe bloccare di nuovo tutto. Serve una data certa, altrimenti sarebbero vanificati tutti gli sforzi, non ultimo quello economico delle società. Così com’è concepito, questo protocollo è troppo rigido e inadeguato ai fini della ripartenza”.
Quindi lei è per il modello tedesco che prevede l’isolamento solo del soggetto positivo?
“Sì, è l’unico modo per riuscire a concludere il campionato”.
Tra voi calciatori c’è paura di tornare in campo?
“La paura c’è. Il nostro è uno sport di contatto e il rischio esiste. Peraltro bisogna pensare anche alla propria famiglia in realzione ai contagi”.
Rispetto alla responsabilità dei medici?
“Se il medico dice di andare in campo e si verifica un caso di positività, si rischiano conflitti. Addossare tutta la responsabilità sui dottori non è giusto, serve uniformità sotto questo profilo”.
Se dovesse fare un appello alla Figc e al Governo?
“Di fare le modifiche necessarie al protocollo”.
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Il presidente Ghirelli ritiene sia impossibile la ripartenza della Lega Pro. Concorda?
“Mancano le strutture ed è molto oneroso rispettare il protocollo, a meno che la Figc non dia un aiuto economico. Le squadre di Serie C facevano fatica già prima dell’emergenza Coronavirus, figuriamoci ora”.
Nel caso in cui si fermassero i campionati, cosa sceglierebbe per la promozione della quarta squadra e per le retrocessioni?
“Io farei i playoff”.
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