Ibrahimovic su Twitter esalta la docu-serie Netflix The Last Dance e suggerisce un’analogia con la stella NBA Michael Jordan.
Zlatan Ibrahimovic ha dimostrato negli anni di essere un campione con un talento pari solo al suo smisurato ego. “Chi compra Zlatan” diceva da giovane, già parlando di sé in terza persona, “compra una Ferrari“. E ai tempi della fine della sua esperienza negativa al Barcellona ha utilizzato la stessa analogia. Il tecnico Guardiola, ha detto, aveva in mano una Ferrari ma la guidava come una Fiat.
Spesso, ha parlato di se stesso, sempre sul filo sottile fra l’ironia e l’autocompiacimento, come di un re, o addirittura come Dio. Ha detto di sentirsi il migliore di sempre nello sport dopo Muhammad Ali, di aver messo la Svezia sulle cartine mondiali. Ha affermato che avrebbe potuto vincere l’oro olimpico nel taekwondo se avesse praticato professionalmente quell’arte marziale.
Con il futuro al Milan ancora da discutere, tornato in gruppo dopo la quarantena vissuta a Stoccolma e gli allenamenti show con l’Hammarby trasmessi perfino in diretta streaming, Ibrahimovic ha ancora voglia di far parlare di sé.
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Su Twitter, Ibrahimovic ha espresso il suo apprezzamento per The Last Dance, la docu-serie in dieci puntate, l’11 maggio sono state pubblicate la settima e l’ottava, dedicata all’ultima stagione di Michael Jordan ai Chicago Bulls. La stella NBA, coinvolta attraverso la Jump 23 anche nella produzione della docu-serie, emerge in maniera non sempre positiva soprattutto per quanto riguarda il rapporto con i compagni, che spesso attaccava fino all’insulto per spronarli in allenamento.
Zlatan Ibrahimovic, pur non dicendolo espressamente e non nominando Jordan nel tweet, dimostra di sentire una certa affinità con la star che ha cambiato il basket e lo sport negli Stati Uniti.
“Bello vedere The Last Dance” scrive Ibrahimovic. “Adesso tutti potete capire cosa significa giocare con un vincente, che vi piaccia o no. E se non vi piace, allora non giocate proprio”.
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