La ripartenza del calcio rimane in dubbio. Il Ministro dello Sport Spadafora ha confermato quanto stabilito dal Cts sul protocollo della Figc, ma i medici protestano
I nodi principali sono due, entrambi legati a eventuali casi di positività. Il Cts chiede l’isolamento di tutto il gruppo squadra e soprattutto trasferisce la responsabilità ai medici dei club. Su questo argomento è intervenuto in ESCLUSIVA a CalcioToday.it il dott. Pasquale Tamburrino, segretario della L.A.M.I.C.A (Libera Associazione Medici Italiani Calcio).
Il Ministro Spadafora ha ribadito le condizioni per la ripresa dettate dal Cts. Tra queste la responsabilità trasferita ai medici in caso di positività di un elemento del gruppo-squadra. Qual è la sua posizione?
“Il medico è la parte più debole della struttura e non può essere responsabile, peraltro siamo in campo penale. Abbiamo dato incarico ai nostri legali di verificare questa situazione. Quando si fa un tavolo devono essere presenti tutte le componenti, invece noi siamo stati esclusi. Un virologo può essere di fama mondiale, ma magari non ha mai visto una gara di calcio e mai assistito ad una seduta di allenamento, quindi non conosce alcune dinamiche. Lui può dare le indicazioni, ma l’input deve arrivare da un medico sociale. Purtroppo ognuno ragiona per conto suo e vengono fuori delle corbellerie. Spero che la questione della responsabilità venga rivista”.
Altrimenti?
“In Serie B alcuni ci hanno già mandato le dimissioni. In A il discorso è un po’ diverso, ma i medici sono ugualmente preoccupati e cercano un confronto per scongiurare gesti estremi. I medici vogliono ripartire, ma non può essere colpevole nel caso in cui un soggetto risultasse positivo”.
L’altro punto confermato è l’isolamento di tutto il gruppo in caso di positività. Lei è per il modello tedesco?
“Sì. Non si può bloccare tutto, ma va isolato il singolo soggetto, mantenendo tutto sotto controllo, con test a campione alla presenza di due o più medici. Si trova la soluzione senza andare alla ricerca del colpevole. Se c’è la volontà di riprendere il campionato, tutti devono essere disponibili. I giocatori per esempio non devono opporsi al ritiro”.
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Serie A, ESCLUSIVO Tamburrino su protocollo, Governo e Figc
Insomma, con questo protocollo non si può ripartire?
“No. Gli stessi calciatori si sentono confusi. Sono ragazzi e se non hanno piena fiducia nella struttura organizzativa è normale che abbiano paura”.
Qual è l’appello dei medici sociali a Governo e Federcalcio?
“Di fare un tavolo di confronto e trovare una soluzione reale. Prima di trasferire la responsabilità ai medici sociale, facciamoli parlare. Se non si vuole tutto questo è lecito pensare che non si voglia ripartire. Noi medici siamo l’unica componente non contrattualizzata, quindi debole. Siamo in una situazione di stallo e se vogliamo riprendere veramente tutti devono fare un passo indietro”.
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