Serie A e una ripresa quantomai in bilico. Ai dubbi dei calciatori e dei medici, si aggiungono anche quelli degli addetti ai lavori che permettono, con il loro lavoro, la messa in onda dei match e contribuiscono alla produzione televisiva degli eventi
Mentre Lega, FIGC e Governo pensano alla possibile ripartenza della Serie A tra protocolli sanitari applicabili ad allenamenti e match, arriva la protesta di alcuni addetti ai lavori per la produzione televisiva degli eventi. Con un messaggio pubblicato su Facebook e riportato dall’Ansa, tecnici e cameran di BroadcasTeam chiedono misure di sicurezza sanitarie per tutti coloro che contribuiscono alla fruibilità dei match calcistici al grande pubblico tramite riprese e allestimenti di attrezzature e service necessarie per le dirette.
Un richiesta decisamente condivisibile quella dei lavoratori del settore che, nella nota, esternano tutta la loro delusione relativamente al fatto che nessuno si sta davvero preoccupando di coloro che “lo spettacolo lo producono, degli invisibili dietro le telecamere e le regie che non compaiono nei titoli di coda.”
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Serie A, la protesta dei tecnici tv
Nel messaggio pubblicato su Facebook, i lavoratori di BroadcastTeam lamentano condizioni di lavoro difficili tra “contratti atipici, incarichi a chiamata e paghe che nemmeno corrispondono a quelle di un abbonamento tv“. “Siamo quelli che siamo andati nelle zone rosse – prosegue la nota – perché lo show doveva andare avanti. Ancora dobbiamo essere pagati ma tanto a te che leggi basta solo accendere la tv.”
Sono tanti i quesiti che i lavoratori pongono sul loro futuro anche su un campo di calcio: “Come faremo a lavorare ? Quali sono i protocolli allo studio ? Come raggiungeremo i campi ? Chi ci farà i tamponi e garantirà il diritto alla salute ? Siamo stati i primi a fermarci e saremo gli ultimi a ripartire con nessuna tutela e in balia di un mercato non regolamentato.”
Proteste sacrosante che impongo alle autorità competente di intervenire prontamente per salvaguardare salute e incolumità di chi davvero lavora al servizio degli spettatori