Un prete di Brescia, Mario Toffari, ha accusato la Juventus violare il settimo comandamento in un filmato pubblicato sui social network.
Sta facendo discutere e non poco sui social, il filmato di un sacerdote bresciano, Mario Toffari, che “accusa” la Juventus. Stando al sacerdote la società bianconera sarebbe colpevole di “rubare” e quindi violare il settimo comandamento. Un episodio davvero inverosimile che ha scatenato il mondo del web e riportato d’attualità alcune discusse vicende del presente e del passato relative al club bianconero.
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Juventus, un prete bresciano: “L’onestà non è bianconera”
Padre Toffari interviene sulla polemica innescata nei giorni scorsi dal like social del presidente Agnelli a un tifoso bianconero che invitava la Juventus a non fare come l’Inter del 2006 e a non vincere lo Scudetto a tavolino qualora la stagione di Serie A si concludesse anticipatamente per l’emergenza Covid 19.
“La Juventus ha detto che non vuole fare come l’Inter – spiega Toffari – e non vuole lo scudetto che non è stato vinto sul campo. Noi diciamo al presidente della Juve che siamo lieti che non voglia prendere una cosa non sua ma deve anche riconoscere che anni fa non ha dato indietro quello che non era suo.”
Non sappiamo con esattezza quale sia il riferimento del sacerdote, forse ai due scudetti revocati con Calciopoli e che la Juventus continua ad annoverare autonomamente nel proprio palmares. Da qui il presumibile riferimento al settimo comandamento, “Non Rubare“. “Non Rubare – prosegue Toffari – consiste in due realtà: non prendere una cosa che non è nostra e, se l’abbiamo presa, dobbiamo restituirla all’altro.” Infine un’altra velata accusa, diretta verosimilmente ancora alla Juve: “L’onestà, la verità e le virtù cristiane o sono bianche o sono nere e allora sono disonestà e non verità. L’onestà non può essere bianconera. E’ una cosa fuori dalla definizione.”
Un messaggio, quello del sacerdote bresciano, che ha inevitabilmente scatenato, sui social, la rabbia dei tifosi bianconeri con gli antijuventini pronti a dar sostegno in massa alle parole del prelato
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