La proposta di una Serie B a 40 squadre in due gironi, e di una Serie C non più professionistica divide dirigenti e presidenti.
Una serie B a 40 squadre, con due gironi, e una Serie C non più professionistica. Sarebbe una delle possibili riforme in discussione, come ha rivelato per prima Sportitalia. I club professionistici scenderebbero da 100 a 60. Resterebbero da definire i criteri di ammissione nella nuova Serie B. Secondo le indiscrezioni, oltre alle prime tre in classifica nei gironi attuali, ovvero Monza, Vicenza e Reggina, le altre squadre potrebbero essere scelte anche in base a criteri diversi dalla classifica.
Criteri che potrebbero includere il blasone, il bacino d’utenza, la solidità della società. In questo caso, la B riceverebbe più soldi di mutualità, dovrebbe infatti essere ricompresa almeno una quota oggi destinata alla C, e potrebbe risultare più appetibile anche per le tv. La Serie C diventerebbe semi-professionistica o dilettantistica, con costi di gestione dei club molto più bassi.
“La Figc sta valutando questa idea da due mesi” ha detto Salvatore Caiata, patron del Potenza, al canale tv Antenna Sud. “La Serie C non può continuare ad andare avanti così” ha aggiunto, “le risorse sono scarse, i ricavi inesistenti e gli sponsor non aiuteranno”.
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Già a fine aprile, l’allenatore della Triestina Carmine Gautieri aveva sostenuto l’opportunità di questa riforma al quotidiano Il Piccolo. “A campionati fermi” diceva, “ragionerei su una Serie B a 40 squadre da due gironi” da definire attraverso parametri come storia della società, solidità economica e il bacino d’utenza.
Favorevole anche il presidente del Cosenza, Eugenio Guarascio, che a Stadio Aperto su TMW Radio ha detto che la B a 20 è un vecchio progetto di Gravina. Dividere in due gironi la B, ha detto, permetterebbe di non prendere troppi aerei e di creare due gironi anche geograficamente determinati. Inoltre, ha detto, “ci sono squadre in C come Bari o Catania che sono formazioni di B”.
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Il presidente della Lega Pro, Antonio Ghirelli, ha parlato di un’idea fantasiosa. “Non esiste – ha detto a Italpress -, senza la volontà dei 60 presidenti della serie C non si va da nessuna parte”.
Scettici, tra gli altri, il direttore generale della Vis Pesaro Vlado Borozan, convinto che in questo modo si tolgano tutele alla Serie C, e Alfio Pelliccioni, direttore sportivo del Cesena. “Si può pensare ad una B1 e una B2” ha detto a TuttoC, “ma un campionato cadetto con due gironi mi sembra irrealizzabile”.
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